Stellio Mauro Lozza Un pavese nell’Assemblea Costituente
Nato il 23 luglio 1906 aSanta Giuletta, un piccolo borgo dell'Oltrepo Pavese tra Voghera e Stradella, Stellio Mauro Lozza era il primogenito di una famiglia di piccoli artigiani.
Avviato dal padre Giuseppe e dalla madre Angela Giganti agli studi magistrali, Stellio nel 1925 aderì al Psi assumendo, nel tempo, incarichi di responsabilità e divenendo dirigente della Federazione giovanile l'anno dopo.
Negli anni del consolidamento del regime, Lozza si iscrisse all'Università e si laureò in Lettere fino a ottenere nel 1934 una cattedra presso l'Istituto Magistrale di Voghera.
Dopo l'8 settembre 1943 e su iniziativa essenzialmente del partito comunista, Lozza e la moglie entrarono a far parte del Pci Alessandrino, dove lui si assunse la responsabilità della stampa di partito e del funzionamento della tipografia clandestina, attività che svolse parallelamente all'insegnamento fino alla fine del 1944, riuscendo a eludere la sorveglianza della polizia.
La sua attività partigiana lo vide anche lavorare come responsabile della stampa clandestina, incarico che lo portò ad aver contatti anche con formazioni GL operanti nell'Oltrepò Pavese, sua terra d'origine.
Dopo la liberazione, grazie alla sua esperienza d’insegnante e al suo prestigio politico e culturale, Lozza venne designato dal Pci a ricoprire la carica di provveditore agli studi di Alessandria, incarico che ricoprì fino alle dimissioni il 25 ottobre 1945, una decisione che provocò discussioni e malumori all'interno della federazione comunista provinciale.
Ma dopo poche settimane il giovane maestro ottenne, con 186 voti, il più alto numero di preferenze nell'elezione del nuovo Comitato federale e fu designato delegato al congresso nazionale che si sarebbe svolto a Roma tra il 29 dicembre 1945 e il 6 gennaio 1946, oltre ad essere candidato dal Pci anche alle elezioni per l'Assemblea costituente nella circoscrizione Alessandria Asti-Cuneo.
Nel corso dell’assemblea costituente Lozza ebbe un ruolo marginale nell’elaborazione del testo costituzionale, ma fu molto attivo nel farsi carico dei problemi che assillavano il personale insegnante nel dopoguerra, formulando numerose interrogazioni per la tutela delle carriere, per il reinserimento nei ruoli di docenti antifascisti e partigiani estromessi dall'insegnamento e per il miglioramento delle condizioni generali di lavoro.
Un altro evento importante nella vita di Lozza fu la sua partecipazione alle lotte contadine del biennio 1956-57 promosse dall'Associazione contadini astigiani, la locale organizzazione dei coltivatori diretti legata ai partiti della sinistra, manifestazioni dove i contadini rivendicarono la concessione dell'assistenza mutualistica e pensionistica.
Con il passar degli anni Lozza, anche a causa di problemi di carattere familiare, si distaccò dalla federazione comunista alessandrina e s’interessò alla situazione politica di Santa Giuletta, con cui aveva sempre mantenuto uno stretto legame affettivo.
Nel novembre del 1964, dopo essersi candidato come capolista, l’ex maestro venne eletto sindaco di Santa Giuletta, ricoprendo l’incarico fino al giugno 1970, oltre a avere, nei lunghi dibattiti politici del biennio 1968-69, una precisa presa di posizione verso le rivendicazioni del movimento studentesco e di appoggio verso le istanze di rinnovamento che giungevano dall'interno del partito.
Anche se nel 1970 venne rieletto in consiglio comunale a Santa Giuletta, Lozza decise di continuare l’attività sindacale ad Alessandria, dove il 10 giugno 1975 mori, presso l’ Ospedale civile, per le conseguenze di un’embolia cerebrale.