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L'arte è emozione: Silvestro Lega Dopo pranzo o il pergolato

  • Paola Montonati

lega dopo pranzo 1Il dipinto di Silvestro Lega, risalente al 1868 e oggi parte delle collezioni della Pinacoteca di Brera di Milano, è un olio su tela che raffigura un momento ambientato in campagna, dove si vedono quattro figure femminili che stanno sedute sotto un pergolato; ne è presente anche una quinta, più in primo piano rispetto alle altre, che porta una caffettiera su un vassoio.

Sullo sfondo si vede una rigogliosa natura colta nel momento più fiorente dell'anno, l'estate, mentre i personaggi sono in armonia con l'ambiente in cui si trovano.

Tra di loro c’è anche una bambina che, con le sue chiacchiere, sembra attirare l'attenzione delle altre signore, durante il momento del caffè.

Il dipinto, eseguito all'aria aperta, segue la tecnica dei Macchiaioli, con il colore, grazie alla ricchezza delle sue tonalità, che rende la vegetazione concreta e le forme definite e naturalistiche.

C'è anche un grande contrasto tra luce e ombra, soprattutto nel pavimento, dove Lega fa risaltare il senso di profondità con le ombre in prospettiva, mentre le forme sono costruite direttamente dal colore in assenza di linea di contorno.

L’autore

lega dopo pranzo 2Silvestro Lega nacque nel 1825 a Modigliana, in Toscana, da una famiglia ricca, ma ormai decaduta.

Dopo aver studiato al seminario dei padri scolopi, Lega giovanissimo si trasferì a Firenze, dove s’iscrisse all’Accademia di Belle Arti.

I suoi primi lavori erano soggetti sacri di un formalismo rigoroso, oltre a un quadro sulla battaglia di Varese, che vinse un premio di consolazione per un dipinto di soggetto risorgimentale al Concorso Ricasoli nel 1859.

Ateo, anti-papista e antifrancese, ammiratore di Mazzini, Lega ebbe una difficile situazione familiare, anche dovuta al fatto che il padre si risposò in seconde nozze con una popolana da cui ebbe dodici figli, oltre a costanti problemi economici.  L’arte e le amicizie divennero per lui un rifugio.

Gli anni più belli della vita dell’artista toscano furono quelli in cui faceva parte del gruppo dei Macchiaioli e quelli della Pergentina, la zona alla periferia di Firenze dove visse dal 1868, e dove s’innamorò di Virginia, la figlia del suo caro amico Batelli, che però mori giovanissima.

Nel gruppo dei Macchiaioli Lega si cimentò in nuovi soggetti, che divennero episodi di vita quotidiana, cui però regalò sempre un tono di solennità.

Nel 1876 il pittore inaugurò, con l’amico e collega Odoardo Borrani, una galleria d’arte in piazza Santa Trinità a Firenze, ma l’esperimento non portò al successo sperato e il tutto finì dopo appena un anno.

Tra gli anni Settanta e Ottanta Lega prese parte alle Esposizioni Universali di Vienna del 1873 e di Parigi del 1878, e nel 1880 partecipò alla Prima Mostra Internazionale della Società Donatello, allestita a Firenze.

Silvestro Lega morì solo nell’ospedale di San Giovanni in Dio di Firenze nel 1895, malato di tumore allo stomaco, ormai in miseria.

Come spesso accade agli artisti, il successo di pubblico e critica arrivò solo postumo. 

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