L'arte è emozione: Giovanni Fattori Il quadrato di Villafranca
Il quadrato di Villafranca, dipinto da Fattori nel periodo 1876 - 1878 e oggi parte delle collezioni della Galleria d'arte moderna di Firenze, fu richiesto dal Conte Rodakowsky, comandante degli Ulani nel corso della campagna austriaca della terza guerra d’indipendenza italiana, per onorare il sacrificio del reggimento che aveva cercato di catturare l’erede al trono d’Italia Umberto nel corso della battaglia di Custoza.
“Tre squadroni di prima linea, seguiti dalla seconda del T.Colonnello Wislocky, giunti oltre Cà Nuova, osservarono a 600 passi una catena di bersaglieri, con un reparto in ordine chiuso alla sua destra. Fu dato il galoppo, ma gli italiani dividendosi, ci prendevano di mira da vari punti e specialmente da sotto un albero. Oltrepassato il quadrato, che si era richiuso alle spalle, fummo attaccati da uno squadrone di cavalleggeri sulla sinistra. Prima di giungere alla terza linea italiana, c'imbattemmo contro barricate di bersaglieri e fanti al riparo dei nostri primi cavalli uccisi. Del reggimento non raccogliemmo che 200 ulani” ricorda il conte nelle sue memorie.
Era successo che, il 24 giugno 1866, la sedicesima divisione, comandata dal Principe Umberto, mentre lasciava Custoza in direzione di Goito, si era separata dal grosso dell'esercito italiano.
Vista la situazione, gli austriaci, consci del fatto che un erede al trono prigioniero valeva molto, lanciarono la loro cavalleria contro gli italiani, in una carica in piena regola a ranghi serrati, che poteva essere fermata solo da un altro reggimento di cavalleria o artiglieria già in postazione sicura.
Allora il 49° fanteria formò un quadrato attorno al Principe Umberto e il 4° bersaglieri si dispose in una catena frontale che venne suddivisa in tante squadriglie dopo la prima micidiale scarica nemica.
Gli ulani superstiti passarono oltre i bersaglieri, che lottarono con la carabina e la baionetta, colpendo i cavalli e scalzando di sella gli ulani che arrivavano subito dopo i compagni, mentre il principe fu in prima linea contro il nemico.
Gli austriaci sopravvissuti arrivarono contro il 49° fanteria e lì furono controcaricati da uno squadrone dei Cavalleggeri d'Alessandria comandati dal colonnello Strada, che in seguito lottò contro le postazioni degli Ussari di Francesco Giuseppe a Ganfardine, supportati anche dai lancieri di Foggia e i bersaglieri aggregati alla divisione Bixio.
Lo squadrone dei Cavalleggeri d’Alessandria, per il suo valore, ricevette una medaglia d'argento e il Colonnello Strada venne decorato con una d'oro.
L’autore
Giovanni Fattori è il pittore più famoso della corrente pittorica dei macchiaioli, i precursori italiani dell’impressionismo di cui facevano parte Silvestro Lega e Telemaco Signorini.
Nato a Livorno nel 1825, Fattori partecipò al glorioso periodo del Risorgimento italiano collaborando con il Partito d’Azione.
Dopo l’Unità d’Italia, il giovane pittore andò a vivere a Firenze, dove studiò all’Accademia di Belle Arti e cominciò a conoscere il gruppo che si riuniva al Caffè Michelangelo, allora noto ritrovo di artisti.
La pittura di Fattori con il passar del tempo si semplificò sempre di più, fino ad arrivare a un nuovo modo di esprimere la luce, che condusse a quell’effetto di macchia che caratterizza il gruppo dei macchiaioli, con rapidi schizzi in poche ed essenziali macchie di colore.
Inoltre il pittore si staccò dalle forme accademiche per avvicinarsi a una raffigurazione molto più realistica dei soggetti dei suoi lavori, spesso legati agli aspetti più umili della vita quotidiana, tra personaggi, animali e momenti di vita rustica.
Nella sua carriera Fattori lavorò a vari soggetti di carattere risorgimentale, dove sono raffigurate battaglie oppure i soldati che segnano con la loro presenza i paesaggi italiani, allo scopo di porre l’attenzione non sui valori eroici della guerra, ma sulla visione di una battaglia che lascia sul campo morti e feriti.
Gli ultimi anni di Fattori lo vedono impegnano in vari dipinti dei paesaggi della Maremma, da sempre uno dei soggetti preferiti, con paesaggi tratteggiati con grande essenzialità e il colore disteso in modo omogeneo, mentre i soggetti sono definiti con poche pennellate.
Giovanni Fattori morì nella sua casa di Firenze il 30 agosto 1908.