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San Clemente, si aprono le porte dell’inverno

  • Paola Montonati

san clemente“Per San Clemente, l’inverno mette un dente” dice l’antico proverbio legato alla figura del santo del 23 novembre, cioè verso la fine dell’autunno, che finisce meteologicamente il 30 e porta verso il lungo periodo dell’inverno.

Di papa Clemente, terzo successore di Pietro dopo Lino e Anacleto, raccontava nel II secolo sant’Ireneo, citando la profonda conoscenza della Scrittura e anche dei testi ebraici e non canonici. Si ritiene perciò che il santo si sia convertito al cristianesimo dall’ebraismo e che il suo pontificato durò nove anni, sotto gli imperatori Domiziano, Nerva e Traiano.

Ma il ruolo di Clemente nella vita della Chiesa, che lo considera come uno dei Padri apostolici, è legato alla lettera alla comunità di Corinto, dove i pastori erano stati destituiti da giovani cristiani turbolenti.

Clemente non intervenne nella situazione fino alla fine della persecuzione ordinata da Domiziano nell’Impero poi, sotto Nerva, inviò a Corinto una lettera scritta da lui ma presentata come una voce della Chiesa di Roma, cosciente della sua autorità e responsabilità.

Nella lettera raccontava l’origine divina dell’autorità ecclesiastica e le norme per la successione apostolica, condannava l’espulsione dei presbiteri di Corinto e mostrava l’intera comunità cristiana come modello di fraternità, oltre a ricordare il dovere dell’obbedienza ai principi nelle cose terrene.

La lettera, detta Prima Clementis, affermò anche, dopo i testi degli Apostoli, l’autorità dei vescovi sui fedeli e il primato della Chiesa di Roma sulle altre e si diffuse in tutta la cristianità.

E Clemente anche settant'anni dopo, venne ricordato a Corinto, infatti il documento era letto pubblicamente nelle riunioni eucaristiche domenicali, insieme alle Scritture.

Secondo la leggenda Clemente fu affogato con un’ancora al collo in Crimea, il suo luogo d’esilio, per ordine di Nerva, ma lo storico Eusebio di Cesarea e san Girolamo sostengono che Clemente morì nel 101, e non parlano di esilio e di martirio.

Nel IV secolo fu dedicata a Clemente sul colle Celio a Roma una basilica, poi devastata da un incendio nel 1084 e sui suoi resti, dopo il 1100, sorse la basilica nuova a tre navate, ampiamente restaurata nel XVIII secolo.

Sotto l’abside della chiesa, gli scavi ottocenteschi hanno scoperto parti della basilica originale, con dipinti murali anteriori al 1084 che raccontano la storia di un santo ancora oggi venerato dalla chiesa, col nome di Clemente Romano.

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