Raccontare la Pasqua: La colomba
Tra i simboli che rappresentano Pasqua la colomba ha visto nei secoli molte versioni in merito al suo significato.
Da sempre la colomba è considerata un simbolo di pace, partendo dall’episodio della Genesi in cui fu una colomba a portare un ramoscello d’ulivo nel becco a Noè dopo il diluvio universale per indicare la fine delle ostilità tra Dio e il suo popolo.
Ma ai tempi di Greci, Egizi e poi Romani per le cerimonie sacre era preparato un pane a forma di colomba con proprietà rituali e magiche.
In seguito furono i cristiani a prendere questa tradizione attribuendo alla colomba il simbolo della Pace, rileggendo l’episodio della Bibbia.
Un’altra tesi fa vede la nascita della colomba come un simbolo di pace in un episodio avvenuto a metà del VI secolo quando davanti al trono del re longobardo Alboino, mentre si parlava del destino di Pavia, si presentò un vecchio artigiano con dei pani dolci a forma di colomba come un tributo di pace nel giorno di Pasqua.
All’assaggio i pani risultarono così buoni da spingere il sovrano a promettere che avrebbe rispettato la città e i suoi abitanti.
Un’altra leggenda dice che San Colombano, dopo aver rifiutato un banchetto fatto preparare in suo onore dalla regina Teodolinda poiché troppo sontuoso per i giorni di quaresima, benedisse la tavola imbandita trasformando la carne in colombe bianche, mentre il pane divenne una colomba.
Questo miracolo colpì talmente la regina al punto che donò a Colombano un grande terreno vicino a Bobbio, dove oggi si trova l’Abbazia a lui dedicata.
Ma fu agli inizi del Novecento che il direttore pubblicitario della Motta, Dino Villani, ebbe l’idea della colomba nella forma del dolce pasquale ripieno di uvetta e canditi e ricoperta di glassa di zucchero e mandorle.
La ricetta venne ripresa da Angelo Vergani, proprietario dell’omonima ditta milanese che ancora oggi produce colombe.
Da allora ogni tavola a Pasqua vede un dolce morbido e profumato a forma di colomba, simbolo dello Spirito Santo.
Nel tempo l’impasto originale, con farina, burro, uova, zucchero e buccia d’arancia candita, con una glassa alle mandorle, ha assunto varie forme e varianti, ma facendo sempre della morbidezza e del profumo le sue caratteristiche inconfondibili.