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Pavia al cinema: Paura e amore

  • Paola Montonati

paura amoreDiretto da Margarethe von Trotta e presentato al Festival di Cannes del 1988, Paura e amore si ispira alle Tre Sorelle di Anton Cechov, classico della letteratura russa ottocentesca, per raccontare la vita di tre sorelle nella bruma di una Pavia autunnale….

Cast

Fanny Ardant, Greta Scacchi, Valeria Golino, Peter Simonischek, Sergio Castellitto, Agnès Soral.

Trama

Tre sorelle vivono nella casa paterna a Pavia, sono Velia, professoressa all'università, un tempo vicina alla lotta armata, Maria, felicemente sposata e Sandra, studentessa in medicina e appassionata ecologista, a cui si aggiunge il fratello Roberto, aspirante violinista.

Durante il diciottesimo compleanno di Sandra, Velia si innamora, ricambiata, di un uomo sposato, Massimo, scienziato appena tornato dall'America, e diventa la sua amante, mentre  Roberto sposa Sabrina, una ragazza egoista, molto lontana dal suo raffinato ambiente culturale, e Maria si senta insoddisfatta per il suo matrimonio con Federico, che in realtà non ama e lavora come comico in televisione.

La relazione fra Velia e Massimo, alla quale la donna tiene molto, dura poco dopo che la giovane scopre che il suo amato è diventato l'amante di Maria, che non sapeva del legame con Velia e, romantica e sognatrice com'è, si è abbandonata completamente al suo sentimento, lasciando il marito, certa che questi lascerà la moglie.

Nel frattempo Roberto, diventato impiegato di banca per seguire le esigenze di Sabrina, scopre che lo tradisce col suo direttore, mentre Sandra si innamora di un giovane medico ma, mentre è  prossima al matrimonio; il fidanzato muore in un incidente automobilistico.

Successivamente Maria viene abbandonata da Massimo, che decide di tornare in America con la moglie, della quale si è nuovamente innamorato.

Alle fine le tre sorelle restano sole e amareggiate, dopo che Sabrina è riuscita ad allontanare le cognate dalla casa paterna, per poter disporre di tutte le stanze.

Anton Cechov

Anton Cechov nacque il 29 gennaio 1860 in  una famiglia di contadini e, pur laureatosi in medicina, esercitò la professione solo saltuariamente.

Già dal 1884, i suoi racconti e le sue opere teatrali, come Tragico contro voglia, Il tabacco fa male, Il canto del cigno, gli diedero una certa notorietà.

Nel 1890 scrisse L’isola di Sachalin, un libro-inchiesta sulle condizioni disumane dei forzati nella colonia penale del luogo, al termine del suo viaggio attraverso la Siberia e terminato in quella lontana isola.

Diventato grande amico di Tolstoj, Cechov, nel 1900 fu  eletto membro onorario dell’Accademia russa delle scienze, per dimettersi però due anni dopo in protesta contro l’espulsione di Gor’kij.

La sua produzione novellistica e teatrale, che si dispiega lungo tutta la sua non lunghissima esistenza, fu ininterrotta, nonostante Cechov fosse sempre afflitto minato dalla tubercolosi. 

Furono i Racconti variopinti, oltre a lavori come Nel crepuscolo e La steppa, lunga novella sul mondo dell’infanzia,  che lo confermarono maestro della narrativa europea, mentre opere come Il gabbiano, Zio Vanja, Le tre sorelle e Il giardino dei ciliegi lo fecero vedere come padre di un teatro morbosamente attento al dettaglio psicologico e alle atmosfere, che e anticipa i motivi fondamentali della drammaturgia moderna.

Scrittore introverso, Cechov denunciò, in uno stile, la società del suo tempo, in cui anche la vita intellettuale e letteraria restava immersa nel tragico quotidiano e nelle mille pene dell’esistenza umana.

Anton Cechov morì  il 15 luglio 1904 a quarantaquattro anni, ormai distrutto dalla malattia, a Badenweiler, una località della Foresta Nera, assistito dalla moglie.

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