Skip to main content

Pavia al cinema: Ecco noi per esempio

  • Paola Montonati

ecco noi esempioForse non tutti sanno che, nel 1977, il borgo pavese di Carbonara Ticino fu lo sfondo di una delle scene più note della commedia di Sergio Corbucci, con Renato Pozzetto ed Adriano Celentano, Ecco noi per esempio…

Cast

Renato Pozzetto, Barbara Bach, Adriano Celentano, Antonio Casagrande, Giuliana Calandra.

Trama

Palmambrogio Guanziroli,  aspirante poeta del piccolo paese di Cremenago, arriva a Milano per trovare un editore che pubblichi la sua raccolta di poesie bucoliche La coltivazione del riso.

Alla stazione di Porta Garibaldi, in mezzo ad una violenta contestazione studentesca, il giovane  perde il borsello che viene recuperato dal paparazzo Clic, con un passato da fotoreporter nella Guerra del Vietnam.

Clic promette di restituire a Palmambrogio il borsello  alla pensione Violetta, in cui lo squattrinato fotografo vive da anni senza pagare l'affitto,  tra i due si instaura subito un'amicizia.

Ma Clic trova sempre un’occasione di cacciarsi continuamente nei guai a causa delle sue foto scottanti con soggetti, tra gli altri, una banda di ladri di cavalli e un gruppo di femministe radicali. Intanto Palmambrogio tenta Clic di entrare in contatto con l'affermato poeta Melano Melani, suo punto di riferimento che frequenta uno dei circoli intellettuali più in vista della città ma una volta riuscitovi, desiste dai suoi intenti quando scopre che Melani è disposto a scrivere la prefazione del suo libro solo in cambio di qualcosa di più infimo, così il giovane rifiuta e se ne va.

Durante un sequestro di persona in un luna park Clic, sorpreso dai malviventi mentre scatta fotografie, rimane vittima di una sparatoria in cui diventa cieco, ma parte per la Svezia per un viaggio della speranza sotto lo sguardo malinconico di Palmambrogio, che ha finalmente sposato la sua storica fidanzata di Cremenago.

La storia di Carbonara Ticino

Le origini di Carbonara Ticino si perdono nell’età preistoriche e protostoriche, infatti vi furono rinvenuti molti reperti archeologici ascrivibili all’età del bronzo e all’epoca romana.

Come Silva Carbonaria il villaggio venne citato fin dall’891 tra i beni appartenuti al monastero di Santa_Maria_Teodote di Pavia, in una zona infestata da lupi e altri animali selvaggi, al punto che il re d’Italia Berengario II, nel 960, ne ordinò il totale abbattimento.

In seguito il paese finì sotto la giurisdizione del feudo di Gropello e, come tale, venne sottoposto alla signoria dei Beccaria, poi nel XV secolo passò a un ramo cadetto dei Visconti, il cui esponente Girolamo fu nominato conte di Carbonara.

Nel 1446 venne  dato ai pavesi Eustachi, poi di nuovo ai Visconti, nel 1693 pervenne ai Lonati; da questi, nel 1768 dopo che il borgo, con la Lomellina, fu annesso al Piemonte sabaudo, ad Antonio Maria della Chiesa, che assunse il cognome Malaspina e divenne marchese di Carbonara.

A Carbonara si racconta che  sia nato sant’Aldo eremita, vissuto nel VIII secolo e vi nacque di Attilio De Paoli, noto  pittore pavese,  che lavorò nella  chiesa parrocchiale, e gli sono state intitolate la locale Scuola Elementare e la Via di accesso alla Scuola

La parrocchiale di San Giovanni Evangelista venne  ristrutturata e ampliata a più riprese sulla base dell’originario tempio quattrocentesco e conserva l’altare maggiore barocco e una pala quattrocentesca raffigurante una Madonna con Bambino e Santi.

Il territorio presenta delle cascine molto antiche oltre ad una strada che scende al Ticino, tramite la quale è possibile raggiungere la frazione di Canarazzo, situata in riva al Fiume.

Pin It