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Pavia al cinema: Italia piccola

  • Paola Montonati

italia piccolaFilm oggi sparito dagli archivi del cinema italiano, Italia piccola, diretto nel 1957 dal regista e scrittore Mario Soldati, racconta una vicenda melodrammatica, nello stile del cinema di quegli anni, nella suggestiva cornice di Arena Po, nella provincia pavese….

Cast

Nino Taranto, Erminio Macario, Enzo Tortora, Rita Giannuzzi, Roy Ciccolini, Natale Cirino

Trama

La trama del film vedeva Giuliana, una ragazza che vive con suo padre Vincenzo ad Arena Po, in Bassa Padana,  innamorarsi di Alberto, suo amico d’infanzia, che la lascia incinta prima di partire per gli Stati Uniti.

Mesi dopo nasce il bambino che viene riconosciuto da Sandrin, aiutante del capostazione e da sua moglie Giorgia, come loro figlio per evitare lo scandalo.

Il bambino, chiamato Pierino, cinque anni dopo ha fatto rinascere la solitaria vita del padre putativo, ma Alberto fa ritorno intenzionato a riprenderselo.

Ma Giuliana non è più interessata all’amico e per questo Vincenzo e Sandrin litigano di fronte al bambino, che scappa da casa, cosi Giuliana  è costretta a confessare di essere la vera madre di Pierino, portando tutto verso il lieto fine.

Racconto simbolo del melodramma alla Matarazzo, o al romanzo di De Santis e Castellani, il film di Soldati usava l’ambientazione del Po per un ritratto di un mondo di provincia ancorato a certi valori patriarcali e all’arte di arrangiarsi.

E proprio questo punto fece storcere il naso a pubblico e critico dopo la prima proiezione pubblica del film al Cinema Politeama di Piacenza il 25 ottobre 1957 alla presenza del regista, del cast e della popolazione di Arena Po, anche se le recensioni d’epoca furono anche positive.

Il successo al botteghino di Italia Piccola fu mediocre rispetto ai precedenti film di Soldati e dopo pochi mesi la pellicola fu ritirata dalle città italiane, non viene più ridistribuita e da allora se ne persero definitivamente le tracce.

Non è da escludere che l’insuccesso del film abbia tolto a Soldati l’idea di girare lungometraggi, infatti il successivo Policarpo, ufficiale di scrittura (1959) sarebbe stato il suo ultimo film e da allora si sarebbe dedicato a produzioni televisive tra reportage e finzione, come Orta mia (1960), nel quale ritornava alla bellezza dei paesaggi del natio Piemonte.

La vita di Mario Soldati

Nato il 16 novembre 1906 a Torino, Soldati frequentò ambienti liberali, all’epoca animati dalla figura di Piero Gobetti.

Dopo aver conseguito la laurea in Lettere, lo scrittore frequentò l’Istituto superiore di storia dell’arte, a Roma e nel 1929 pubblicò il suo primo libro di racconti, Salmace per le edizioni della rivista letteraria La Libra diretta dall’amico Mario Bonfantini, oltre a continuare le frequentazioni con pittori e con gli ambienti cinematografici che, dopo averlo visto come sceneggiatore, lo videro anche come regista.

Soldati portò sullo schermo numerosi romanzi, come Piccolo mondo antico (1941), Malombra, Le miserie di Monsù Travet (1947), da una commedia di Bersezio, Eugenia Grandet di Balzac, e La provinciale di Alberto Moravia (1953).

Dopo il conseguimento di una borsa di studio nel 1929, lo scrittore si trasferì in America, dove rimane fino al 1931, e lì scrisse il saggio America, primo amore.

Sin dall’inizio nell’opera è presente l’incontro tra il moralismo ironico – sentimentale e l’intrigo, spinto fino al grottesco, o al giallo.

Mario Soldati è una figura anomala nel panorama letterario italiano del Novecento, sempre incline e a spiazzare, ma oggi è considerato uno dei massimi testimoni letterari dell’Italia di quegli anni, capace di rendere l’animo con precisione, oltre ad aggiungere un pizzico di commozione alla descrizione degli oggetti.

La produzione narrativa di Soldati vede opere come La verità sul caso Motta (1937), A cena col Commendatore (1950), La giacca verde (1950), La finestra (1950), Le lettere da Capri (1954), La confessione (1955), La busta arancione (1966), I racconti del maresciallo (1967), Vino al vino (1976), L’attore (1970), La sposa americana (1977), El paseo de Gracia (1987), Rami secchi (1989) Le sere (1994) e Il concerto (1995).

Alla fine degli anni Cinquanta una partecipazione al “Musichiere” di Mario Riva lo fece conoscere al grande pubblico e da li nacquero le celebri inchieste per la Rai Viaggio nella Valle del Po (1957) e Chi legge? (1960) reportage simbolo del miglior giornalismo televisivo che.

Nella sua carriera Soldati fu anche il testimonial per la promozione di un noto vino, recitò in Napoli milionaria accanto a Peppino De Filippo e in Questa è la vita con Totò, oltre ad aver ideato, diretto e condotto programmi televisivi con Mike Bongiorno.

Vissuto fra Roma e Milano, Mario Soldati passò i suoi ultimi anni in una villa di Tellaro, nei pressi di La Spezia, fino alla sua morte, avvenuta il 19 giugno 1999.

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