Pavia al cinema: Giuliano Ravizza, una vita per Pavia
Uscito nel 2022, il documentario Giuliano Ravizza, una vita per Pavia racconta l’intensa vita, dagli esordi fino alla scomparsa, del fondatore di Annabella, il primo leggendario marchio di pellicce in Italia…
Cast
Luca Ward.
Trama
La storia del documentario è un affettuoso omaggio a Giuliano Ravizza, il grande imprenditore e filantropo pavese, grande protagonista della moda negli anni Settanta e Ottanta.
Nel documentario. prodotto da Didi Gnocchi per 3D Produzioni, con la regia di Beatrice Corti e la voce narrante di Luca Ward, c’è il racconto della sua vita, dalla creazione del brand Annabella alla passione per lo sport, ai giorni drammatici del rapimento, ispirata all’autobiografia Dentro una vita, scritta con il giornalista Roberto Alessi, che testimonia non solo la sua abilità di imprenditore ma anche l’amore per la sua città, per la sua famiglia e il suo impegno nel sociale.
Il film, della durata di 70 minuti, propone anche le testimonianze di amici, imprenditori e giornalisti che l’hanno conosciuto e immagini tratte dagli archivi aziendali e di famiglia.
La vita di Giuliano Ravizza
Primogenito di Gildo, che non era solo un famoso sarto, ma anche lo stimato proprietario di cinque negozi di abbigliamento frequentati dalle famiglie bene di Pavia, Giuliano Ravizza nacque nel 1926.
Inizialmente il giovane Giuliano non sembrava affatto interessato a continuare l’attività paterna, tanto che si laureò in medicina e dopo poco tempo divenne uno dei medici più stimati di Pavia, anche se di tanto in tanto aiutava il padre nel lavoro in azienda.
Nel 1965 Gildo Ravizza morì per un attacco cardiaco, lasciando la sua azienda nelle mani del figlio, che prese la difficile decisione di lasciare il mondo della medicina per impegnarsi al massimo nel campo della moda.
In pochi anni Giuliano chiuse quattro del negozi paterni e decise di puntare su Annabella, che si trovava nel centro della città, a pochi passi dal Broletto, trasformandola da semplice boutique in una raffinata pellicceria per l’alta borghesia di Pavia.
Con Ravizza la pellicceria italiana fece il salto di qualità, diventando non solo qualcosa per pochi privilegiati, ma uno dei capi più prestigiosi da indossare quasi ogni giorno.
Il successo fu immediato, tanto che Annabella divenne il primo caso di prét a porter nella moda italiana, mentre Ravizza, con una strategia allora rivoluzionaria, iniziò a pubblicare sui giornali dell’epoca non solo i capi della sua azienda, ma anche i loro prezzi, consentendo alla donne di sapere quanto denaro serviva per comperare la pelliccia.
Negli anni Settanta Pavia diventò la “capitale delle pellicce”, mentre Ravizza continuò con le sue idee nuove ed originali, come gli spot con attori del calibro di Alain Delon e Monica Bellucci e la collaborazione con l’amico Mike Bongiorno, che per anni sarà testimonial del marchio Annabella.
Inoltre Ravizza fu molto attivo nel mondo del calcio e della pallacanestro locale, nei quali raggiunse notevoli successi.
Ma la vita dell’imprenditore subì una drammatica svolta la sera del 24 settembre 1981, quando mentre stava rientrando dal bar di Piazza Minerva dopo il lavoro, venne rapito da un commando di mafiosi appartenenti all’Anonima Sequestri calabrese.
Per tutta la notte si sentì la voce di un ragazzino che andando in bicicletta comunicò ai pavesi la notizia con queste parole “Hanno rapito Ravizza!”.
Dopo una estenuante trattativa con i rapitori, che durò tre lunghi mesi, l’imprenditore venne liberato la notte di Natale.
La terribile esperienza segnò per sempre Ravizza, che nel 1990 scrisse un libro “Dentro la vita” in cui raccontava la vicenda del suo rapimento, devolvendone il ricavato delle vendite ai figli dei carcerati.
In quello stesso anno l’imprenditore scoprì di avere un tumore ai polmoni, ma decise di non arrendersi e di combattere la malattia con tutte le sue forze.
Purtroppo fu tutto inutile e il 9 ottobre 1992, quasi due anni dopo, Giuliano Ravizza morì nella sua amata Pavia, lasciando tutto nelle mani dei figli Riccardo, Simonetta e Ruggero, che ancora oggi proseguono l’attività di famiglia.
Alla sua memoria sono intitolati il Palazzo dello sport, oggi Palaravizza, l’omonimo trofeo di basket e il Giardino Giuliano Ravizza, donato dai figli dell’imprenditore nel decimo anniversario della sua scomparsa.