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Pavia al cinema: Il maestro di Vigevano

  • Paola Montonati

il maestro di vigevanoUscito nelle sale cinematografiche nel 1963 e diretto da Elio Petri, Il maestro di Vigevano, tratto dall’omonimo romanzo di Lucio Mastronardi, è l’amaro racconto di un uomo vinto dalla vita nella Lomellina del boom economico, nel lavoro come nella famiglia….

Cast

Alberto Sordi; Claire Bloom; Tullio Scavazzi; Vito De Taranto; Guido Spadea; Piero Mazzarella

Trama

Antonio Mombelli è da 19 anni maestro elementare a Vigevano, chiuso nel ruolo del funzionario ligio ai doveri di obbedienza nei confronti del direttore didattico Perenghi della scuola elementare dove lavora.

Di fronte ai cambiamenti sociali e culturali legati al processo di industrializzazione di inizio anni Sessanta, Mombelli capisce di non essere in grado di migliorare la sua situazione, nemmeno di fronte all’invito del direttore ad usare metodologie didattiche attive.

Nonostante le sue convinzioni, il maestro subisce la progressiva diminuzione del riconoscimento sociale del mestiere magistrale, oltre alle pressioni della moglie Ada, sempre più attirata da uno stile di vita più lussuoso e, allo scopo di realizzare i suoi sogni di emancipazione ed indipendenza economica, decide di andare a lavorare in fabbrica.

L’unico figlio della coppia, Rino, su cui il padre ha riposto le sue aspettative per il futuro, asseconda la madre nella sua ricerca di un maggiore benessere economico e inizia  lavorare come garzone. Mombelli, che vive le scelte familiari come un disonore, alla fine cede alla richiesta della moglie di abbandonare il suo posto di lavoro per aprire insieme a lei e al cognato una fabbrica di scarpe a conduzione familiare.

Gli affari iniziano ad andare bene e la famiglia entra a far parte del mondo bene di Vigevano ma per un’ingenuità di Antonio, che rivela pubblicamente alcuni illeciti, la piccola impresa sarà costretta ben presto a chiudere.

Dopo una i crisi esistenziale e familiare Mombelli decide di prepararsi al concorso magistrale allo scopo di tornare a lavorare come maestro mentre la moglie intraprende una relazione con un industriale locale, padre di un ex allievo di Antonio.

Dopo essere stata scoperta dal marito, Ada muore in un incidente stradale con l’amante e  Mombelli riprenderà a insegnare  alla scuola elementare, cedendo all’autoritarismo del direttore didattico e trovando conforto nel suo stile di vita routinario.

Lucio Mastronardi

Lucio Mastronardi nacque a Vigevano, in provincia di Pavia, il 28 giugno 1930. Il padre, di origini abruzzesi, era un ispettore scolastico, mentre la madre lavorava come insegnante elementare.

Il carattere spigoloso e poco incline alla disciplina del giovane Lucio rese il suo percorso scolastico alquanto difficoltoso, e solo dopo una lunga serie di vicissitudini e il liceo al ginnasio Cairoli, riuscì ad ottenere il diploma magistrale studiando da privatista.

I suoi primi incarichi furono di supplente e precario nella scuola carceraria di Vigevano, fino a quando nel 1955 non divenne insegnante di ruolo, come maestro elementare prima a Casorate e in seguito a Vigevano. Tra il 1955 e il 1956 nelle pagine dell’ Informatore Vigevanese vengono pubblicati i suoi primi racconti, che ritraggono amaramente l’Italia provinciale di allora .

Sempre nel 1956 Mastronardi conobbe Elio Vittorini, che vedendo in lui delle ottime qualità di narratore, lo incoraggiò a proseguire la stesura del suo primo romanzo, Il calzolaio di Vigevano, che fu poi pubblicato nel 1959 sul primo numero della rivista letteraria Il Menabò, ottenendo una grande attenzione e considerazione dalla critica. Il romanzo, ambientato tra il fascismo e il dopoguerra, vede come protagonisti il calzolaio Mario “Micca” Sala e la moglie, che cercheranno di fare fortuna aprendo una piccola fabbrica di calzature, ma ben presto se la dovranno vedere con le spietate leggi dell’industria, che in breve tempo li porteranno a perdere tutto quello che avevano faticosamente acquisito. L’anno dopo lo scrittore termina la stesura del romanzo Il maestro di Vigevano, che uscirà solo nel 1962 per l’Einaudi, grazie alle referenze di Italo Calvino, che verrà adattato nell’omonimo film con Alberto Sordi.

Anche in questo romanzo il protagonista è un vinto; infatti il maestro Mombelli, dal carattere mite e dedito solo all’insegnamento, è costretto a cedere ai desideri della moglie Ada, che desidera essere un’imprenditrice di successo, finendo per perdere la famiglia e il rispetto altrui, anche se gli rimase un’ancora di salvezza nell’insegnamento.

Mastronardi inizia anche a collaborare con il quotidiano L'Unità, ma il suo instabile e litigioso carattere, malgrado il successo e la considerazione della critica, non lo aiuta; infatti nel 1961 il litigio con un ferroviere di Alessandria durante uno dei suoi spostamenti con il treno lo porterà alla condanna di due anni di manicomio criminale in contumacia.

Nel 1963 termina la stesura di Il meridionale di Vigevano, che sarà pubblicato l’anno dopo dall’Einaudi, amaro ritratto dell’immigrazione meridionale al Nord attraverso gli occhi di Camillo, impiegato che cerca di trovare la sua strada in un mondo a lui ostile. Sempre nel 1964 Mastronardi viene trasferito ad Abbiategrasso, dove anche se è stato dispensato dall’insegiamento, ottiene un posto nella segreteria scolastica. Ma il suo spirito inquieto non trova pace; nel 1968 chiede, e viene subito accontentato, di essere trasferito come bibliotecario a Milano. Nel 1969 pubblica, dopo anni di silenzio il racconto La ballata del vecchio calzolaio, sul declino privato e professionale di un piccolo imprenditore, per la Rizzoli. Due anni dopo, nel 1971, pubblica sempre per la Rizzoli, il romanzo A casa tua ridono, che racconta la tragicomica vicenda di Pietro, che cercherà di fare fortuna nell’Italia del boom, ma ogni volta finisce sempre per tornare al punto di partenza. Nel 1972 lo scrittore, richiamato a insegnare di nuovo ad Abbiategrasso, finisce per litigare con il direttore scolastico, e ciò gli costerà tre giorni nel carcere di San Vittore oltre a quattro mesi con la condizionale, che finiranno per peggiorare il suo già instabile equilibrio mentale.

L’anno dopo si sposa con Lucia Lovati, una collega conosciuta ad Abbiategrasso, ma nel 1974 tenta il suicidio gettandosi dal balcone di casa. Nel febbraio del 1975 nasce la figlia Maria, ma neanche questo riesce a dare un valore alla sua vita e a placare il senso d'inquietudine che lo perseguita. Tra il 1975 e il 1977 escono per la Rizzoli i suoi ultimi lavori; la raccolta di racconti L'assicuratore e Gente di Vigevano, che raccoglie i primi tre romanzi e due racconti. Nel dicembre 1978 Mastronardi viene ricoverato al Policlinico di Pavia e, dopo aver appreso di essere affetto da una grave forma di neoplasia polmonare, fugge disperato dall'ospedale. Dopo alcuni mesi di apparente serenità, la mattina del 24 aprile 1979 lo scrittore esce per una passeggiata, ma non torna più a casa.

Grazie alla segnalazione di alcuni testimoni che affermano di aver visto Mastronardi passeggiare avanti e indietro sul ponte del Ticino, le ricerche si concentrano sul fiume e il 29 aprile viene ritrovato sul greto del fiume il suo corpo senza vita.

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