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Pavia al cinema: Il giocatore invisibile

  • Paola Montonati

pavia giocatore invisibileGirato tra le maestose sale dell’Università di Pavia la produzione italo – svizzera Il giocatore invisibile del 1985, tratta dall’omonimo romanzo di Giuseppe Pontiggia e diretta da Sergio Genni, racconta una ricerca disperata che, alla fine, diventa qualcosa di più….

Cast

Marco Bonetti,  Adolfo Celi, Roberto Herlitzka, Erland Josephson, Catherine Spaak, Elena Sofia Ricci, Milena Vukotic.

Trama

Un professore universitario di lettere classiche viene attaccato in una lettera della rivista specialistica La parola agli antichi, per un'etimologia sbagliata della parola ipocrita.

Il nome dell'autore della lettera non è riportato, così il professore crede che sia il collega Salutati e per confermare la sua ipotesi chiede il parere di Martelli, direttore di un'altra rivista, che gli suggerisce il nome di un altro docente,  Carulli.

Nel frattempo il critico letterario Vicini incontra Salutati in un bar e discutono della lettera, dato i due sospettano di Daverio, un professore in competizione con il protagonista per la carriera e per la stessa donna, oggi moglie del biasimato.

In seguito il professore pensa anche che l'autore possa essere Liverani, ma scarta subito l'idea dopo che questi gli dice di sospettare di Daverio.

Successivamente il professore riferisce il colloquio alla moglie, che gli suggerisce di parlarne con Vicini al circolo degli scacchi Paul Morphy, e  questo gli fa il nome di Daverio.

Poco tempo dopo, il professore ha un abboccamento con Daverio sulla spiacevole vicenda, ma questi non si rivela.

Il professore si confida con la sua amante, una giovane poetessa, poi convoca nel suo studio lo studente Frigerio, sul quale il suo assistente nutre dei sospetti, che sottopone a un interrogatorio, dal quale non ottiene nessun risultato utile.

A questo punto il protagonista decide di risolvere il problema intrufolandosi nella redazione de La parola agli antichi e lasciandosi chiudere dentro alla sera, per rovistare negli archivi, da cui scopre che il  mittente della lettera è il professor Ettore Pasini, di Santa Margherita Ligure.

Il professore  si reca a casa di Pasini e lo affronta, ma l'insegnante, che conosce il suo ospite e lo stima, lo convince che non è  lui l'autore della lettera.

La mossa successiva  del protagonista è l'invio di una replica  alla lettera alla rivista, e per questo chiede l'aiuto del suo amico Cattaneo, ex scrittore, che gli fa altra  rivelazioni su Daverio.

In seguito il professore cerca d'influenzare la giuria di un concorso letterario di poesia, della quale fa parte anche Salutati, in favore della sua amante, ma non ci riesce.

Poco dopo il protagonista riceva una lettera che l'esorta a recarsi in un villino per scoprire il tradimento della moglie, che vi si là in compagnia di un giovane e la rivelazione lascia sconvolti sia il professore sia Daverio, autore della  lettera anonima, che si uccide.

Il professore, incontrando Salutati in una libreria, accenna alla tecnica scacchistica del sacrificio e vi vede un'analogia col comportamento di Daverio, vista come una vittima del destino, il giocatore invisibile che a tutti dà la morte.

Giuseppe Pontiggia

Giuseppe Pontiggia nacque  in una clinica di Como il 25 settembre 1934, ma la sua famiglia era di Erba, il padre Ugo aveva una grande passione per i libri, ereditata dai figli, la madre fu attrice dilettante, mentre i nonni contadini vivevano ad Incasate, frazione di Erba.  

Giuseppe crebbe  nell’abitazione in via Volta, ora Largo Puecher ma il 12 novembre 1943 il padre Ugo, funzionario del Banco Ambrosiano e membro del Partito fascista per il quale aveva ricoperto diversi incarichi politici e pubblici, fu fermato in via Volta da due persone, ferito da colpi di pistola e morì successivamente in ospedale mentre un suo conoscente, Angelo Pozzoli, rimase  ucciso.

Nel 1945 la famiglia lasciò Erba e visse prima a Santa Margherita Ligure, poi a Varese, dal 1948 a Milano, dove con due anni di anticipo Giuseppe terminò il liceo classico.

Per esigenze economiche entrò in banca, mentre continuava gli studi e nel 1959 si laureò con una tesi sulla tecnica narrativa di Svevo oltre a pubblicare il suo primo romanzo. La morte in banca su  Carabba, un ragazzo che è costretto a impiegarsi in banca per motivi economici, scopre la dura realtà del lavoro e rinuncia ai suoi sogni interrompendo gli studi universitari. 

Negli anni successivi Pontiggia divenne consulente editoriale per Adelphi e Mondadori, collabora a diverse riviste, pubblica vari romanzi, aggiudicandosi premi, tra cui lo Strega.

Lo scrittore nel 1995 pubblicò Vite di uomini non illustri che oltre ad avere il consenso della critica, ottiene un successo enorme in vari paesi, tra cui Spagna, Francia, Svezia e Germania, con una serie di brevi biografie di uomini comuni con i loro sogni, le loro speranze e le delusioni.

Il romanzo che ha avuto più successo dello scrittore è Nati due volte del 2000, con cui vinse numerosi premi, tra cui il Campiello, e fu tradotto in una ventina di paesi tra cui anche il Giappone, che inizia dalla nascita del figlio disabile e racconta le peripezie della famiglia tra medici e ospedali.

Ma Pontiggia fu  anche autore di un’ampia produzione saggistica di vario genere, dagli scritti letterari ai testi in cui riflette sulla società contemporanea e sui problemi esistenziali.

Giuseppe Pontiggia morì il 27 giugno 2003 ed è sepolto a Erba, nel cimitero di Arcellasco, in una tomba progettata dal cugino Ezio Frigerio, con una riproduzione di un antico mosaico romano ritrovato in Tunisia raffigurante Orfeo con la cetra in mano che canta agli animali, mentre la sua biblioteca di 45.000 volumi fu affidata a una fondazione in Svizzera.

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