Lo stemma gentilizio di Bascapè
“Di rosso al castello d’oro, merlato e torricellato di due pezzi, aperto e finestrato del campo, fra le due torri, uno scudo troncato di rosso e di azzurro, al capo d’oro all’aquila di nero. Ornamenti esteriori di Comune” così le fonti antiche illustrano lo stemma di Bascapè, piccolo borgo del Pavese.
Il nome del paese deriva da Basilica Petri, antica denominazione della località, giustificato dal fatto che nella parrocchia del paese sarebbe custodita una reliquia di San Pietro.
Oggi nel borgo è molto nota la storia della sparizione dello stemma in pietra che fino agli anni Ottanta era appeso al muro del Castellone, che si trova di fronte alla facciata della chiesa di Bascapè.
Una domenica mattina, all’uscita dalla Santa Messa, appoggiata al muro del castello c’era una scala di legno con la quale i ladri si erano serviti per asportare il manufatto, che da secoli troneggiava sulla piazza.
lo stemma dei signori di BAscapè
Per conoscere la fattura e i colori dello stemma originario dei signori Bascapè ci sono oggi le fonti dell’archivio parrocchiale e si possono ammirare i disegni del libro degli Annali di don Ippolito Bascapè dove sulla prima di copertina, foderata di raso, è raffigurato l’emblema a colori, ricamato finemente, oppure si deva andare alla Biblioteca Trivulziana di Milano, dove è conservato col codice 1390 c. 73.
La fattura dello stemma informa che è di una famiglia di antica nobiltà, infatti lo scudo è a forma di cetra leggermente appuntito, interzato in fascia e reca in testa un’aquila al disopra della quale campeggia la scritta: “De basgapedis” raffigurata con le ali aperte, le zampe divaricate e la testa di profilo, secondo le regole dell’Araldica.
La punta dello scudo, denominata Campagna, è dipinta d’azzurro, mentre la fascia centrale, che è il Corpo, è smaltata di rosso.
i simbolismi
L’Araldica attribuisce ai colori significati specifici infatti per le virtù spirituali, il Rosso significa Amore ardente per Dio, per il prossimo e la Giustizia, oltre alla repulsione per ciò che è moralmente sconveniente o che offende il pudore.
Per le qualità mondane, il rosso segnala significati come cospicua nobiltà, valore, spargimento di sangue in guerra, fortezza, magnanimità e desiderio ardente e, nei tornei, era il simbolo dell’allegrezza.
L’Azzurro, per le virtù spirituali significava Devozione, Fedeltà, Castità, Giustizia e Santità. Per le qualità mondane, bellezza, nobiltà, fortezza, vigilanza, vittoria, perseveranza, ricchezza, amore per la patria, buon augurio, fama glorios e nei tornei era un segno di gelosia.
Nel periodo dei Guelfi e Ghibellini, l’azzurro era il segno distintivo dei nobili appartenenti alla parte Guelfa, ossia fedeli al Papa e un altro segno distintivo di appartenenza era segnalato dai merli difensivi, murati dei castelli, infatti quelli a coda di rondine erano dei Ghibellini, fedeli all’imperatore.