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Le mille sfumature del glicine nel Pavese

  • Paola Montonati

93564219 2844722745577073 2330882410851336192 oL’elegante cascata di glicini che colora gran parte dei giardini del Pavese, da Vigevano fino ai piccoli paesini della Lomellina, spinge a raccontare la complessa storia di questa pianta ornamentale, simbolo dei mille profumi della primavera.

Il glicine, in botanica noto con il nome di wisteria sinensis, appartiene alla famiglia delle fabacee, ed è originario delle regioni asiatiche, in particolare della Cina, ma è anche diffuso nella costa orientale degli Stati Uniti.

Il nome scientifico fu assegnato alla pianta come omaggio allo studioso statunitense Kaspar Wistar (1761 – 1818) anche se i tedeschi chiamarono la pianta blauregen, cioè la pioggia blu, che si avvicina a quello che il glicine ha in Cina, cioè zi teng, che significa vite blu.

Il termine usato in Italia, cioè il glicine deriva, invece, dalla parola greca glifi, che significa dolce, ed è un riferimento alla dolce profumazione dei fiori.

Questa pianta è una tra i più belli rampicanti del mondo, con la sua altezza che può raggiungere e superare i 15 metri.

Il suo fusto è flessibile, molto simile a quello della pianta di vite, ed è per questo motivo che per farla crescere in altezza ha spesso bisogno di supporti che la sostengano.

Sia il fusto che le ramificazioni sono di un colore brunastro, mentre le foglie, di piccole dimensioni, hanno una forma ovale e sono di un colore verde chiaro.

Il periodo di fioritura del glicine è la primavera, più precisamente nei mesi di maggio e giugno, dove i fiori compaiono prima delle foglie, sono delicatamente profumati, riuniti in grappoli di una colorazione che può variare dall’azzurro chiaro al violetto.

Il glicine venne importato in Inghilterra, nel 1816 da un capitano, Robert Welbank, su di un carico mercantile della flotta della Compagnia delle Indie Orientali, ma non venne subito tenuto in considerazione dai botanici inglesi e si dovettero attendere un paio di anni prima che la vite blu di Cina e Giappone spopolasse tra i giardini europei.

Dei primi esemplari importati ancora oggi c’è una pianta, la più vecchia di glicine esistente in Europa, che si trova al Kew Gardens di Londra ed è anche il glicine più grande e spettacolare che esista al mondo.

93853251 2844722268910454 4579807950817722368 oIl glicine è accompagnato da molte storie di origine cinese e giapponese, sul suo uso simbolico.

Si dice che gli Imperatori giapponesi, durante i viaggi di rappresentanza in terre straniere, portassero con sé dei bonsai di glicine, così giungendo alla corte di altre dinastie gli uomini della scorta dell’Imperatore potessero portare in dono gli alberelli in segno di amicizia e benevolenza nei confronti degli abitanti delle terre su cui erano giunti.

Una leggenda piemontese narra l’origine del glicine, che racconta di una giovane pastorella di nome Glicine, che si disperava per via del suo aspetto, che la faceva sentire inferiore rispetto ad altre giovani del suo paesino.

Un giorno, al massimo della disperazione, la ragazza iniziò a piangere in mezzo ad un prato, e le sue lacrime diedero vita a una meravigliosa pianta dalla fioritura stupenda e dall’inebriante profumo.

Da allora la ragazza si sentì sicura di se stessa, per esser riuscita a creare quella pianta meravigliosa.

Nel linguaggio dei fiori e delle piante il glicine, in Cina e in Giappone, simboleggia l’amicizia e la disponibilità, un significato adottato anche dai paesi occidentali, dove regalare una pianta di glicine è il simbolo di amicizia sincera e riconoscenza. 

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