La sagra della Quarta Domenica di Mede
Storico appuntamento che segna la fine del mese d’agosto, la sagra della Quarta Domenica di Mede, in dialetto Dla quarta Duminica o Di dla fésta, è uno dei simboli delle tradizioni contadine lomelline, oggi forse un po’ dimenticato, ma sempre presente nel cuore del medesi.
La festa venne concepita in onore di San Marziano, vescovo di Tortona e uno dei due protettori di Mede, con San Martino, festeggiato l’11 novembre.
Con il passar del tempo la festa divenne sempre più lontana dalle sue radici religiose, al punto che la sagra fu considerata un appuntamento per divertirsi insieme, prima della ripresa autunnale del lavoro nei campi, mentre le cerimonie religiose furono inglobate nella festa di San Martino.
Molti sono gli elementi che nel dialetto lomellino ancora oggi ricordano questa festa e il suo significato più profondo.
Ad esempio i bambini amavano La giostra di pè in tal cù, dove si poteva fare un giro sui seggiolini, oppure L’albar dla cùcagna, la tradizionale sfida di coraggio dove ci si arrampicava su un palo per arrivare al trofeo in cima, La baléra, luogo dove si ballava fino a tardi nelle calde sere estive, Al baracon di Pip Ad Gias, dove si poteva sparare al bersaglio per vincere un giocattolo o qualcosa di utile per la casa.
Non mancavano nemmeno gli spettacoli del circo, come la donna cannone, l’orso che ballava, i nani in gabbia, i burattini, la donna che camminava sul filo sospeso nel vuoto…
Tra i dolci c’erano le tradizionali brasadé, i grandi filoni di castagne da indossare come se fossero una collana, il croccante, la torta del paradiso, quella con nel ripieno i ciccioli d’oca e le pere cotte al forno con vino rosso, cannella e chiodi di garofano.
Ma il simbolo della festa rimane ancora oggi la Turta dal lat o ad Pan – Mastià, cucinata con amore dalle massaie medesi.
Questa semplice ricetta vedeva, mescolati bene in una zuppiera, del pane grattugiato, un litro di latte, un pizzico di vaniglia, uno di sale, un po’ di cacao e degli amaretti grattugiati.
Dopo aver amalgamato bene il tutto, ottenendo un impasto non molto denso, si faceva scaldare un tegame, da ungere con il burro e il pane grattugiato.
L’ultimo tocco, prima di infilare la torta nel forno, era quello di metterci sopra una bella mela cotogna, come omaggio al mondo contadino lomellino.
Oggi, anche se è stata parzialmente oscurata dal Palio di Mede, la Quarta Domenica resta un momento di allegria per tutti i medesi, grandi e piccoli.