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L'arte è emozione: La processione Giuseppe Pellizza da Volpedo

  • Paola Montonati

processione volpedo 1Risalente al 1894, il dipinto, un capolavoro del Divisionismo italiano, fu esposto per la prima volta alla Biennale di Venezia del 1895 e nel 1920, Guido Rossi lo acquistò per la sua collezione.

Con il suo testamento, nel 1955, Rossi lasciò la sua raccolta di opere d’arte al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, che la espose a partire dal 1957.

La scena dal quadro raffigura un corteo di persone precedute da ragazze vestite di bianco, che avanzano lungo un viale alberato, passando dall’ombra alla luce, mentre sul lato destro scorre placido un corso d’acqua.

Forse il dipinto da’ vita a un momento di quotidianità a Volpedo, il paese natale di Giuseppe Pellizza, con un clima emotivo di pace, di silenzio e di armonia evocato dagli effetti di luce, che indagano persone e natura attraverso la tecnica divisionista che Pellizza applica in maniera nitida e chiara.

Così sottili pennellate di colori complementari vengono accostate le une alle altre, per poi essere fuse dall’occhio dell’osservatore durante la visione del quadro. In questo modo la superficie pittorica è allo stesso tempo delicata e vibrante.

La tecnica ha un sapore quasi cinematografico, l’aver posto la testa della processione all’ombra causa nell’osservatore il desiderio inconscio di vederla avanzare, mentre l’alternanza di luci e ombre è anche un’allegoria della vita umana, sottolineata dalla presenza della croce.

L’autore

processione volpedo 2Nato a Volpedo il 28 luglio 1868. Giuseppe Pellizza da Volpedo venne iscritto dai genitori contadini alla scuola tecnico-artistica di Castelnuovo dove acquisì le basi fondamentali del disegno.

Grazie ai fratelli Gubicy, Giuseppe s’iscrisse all’Accademia delle Belle Arti di Brera, dove conobbe il pittore Puricelli e poi Pio Sanquirico, di cui divenne un instancabile e valido aiutante.

Con la fine del corso accademico, Pelizza continuò il suo tirocinio nella capitale frequentando l’Accademia di San Luca e l’Accademia di Francia presso Villa Medici, per poi iscriversi all’Accademia delle Belle Arti di Firenze.

Dopo aver frequentato anche l’Accademia di Belle arti di Bergamo e una seconda a Genova, nel 1892 Giuseppe tornò nella sua Volpedo, dove sposò Teresa Bidone, una contadina del luogo.

Sempre alla ricerca di un suo linguaggio, il pittore optò per la scelta di usare colori puri sulla tela, come stabilisce la tecnica divisionista.

La sua prima esposizione a carattere nazionale fu per la Triennale milanese, dove venne apprezzato dal grande pubblico.

Nel 1900, a Parigi, da Volpedo espose il quadro Lo specchio della vita e, nel 1901 terminò la sua opera più famosa Il quarto stato, cui aveva cominciato a lavorare intorno al 1891.

Quando il quadro fu esposto nel 1902, il pittore non ebbe il successo sperato, anzi fu al centro di aspre polemiche e sconcerto, soprattutto tra gli ambienti culturali a lui vicini.

Nel 1906, dopo anni, Giuseppe ottenne il successo tanto agognato, ma proprio in quel momento, sua moglie Teresa morì per le conseguenze di un parto prematuro.

Caduto nel tunnel di una depressione senza ritorno, Giuseppe Pellizza da Volpedo si uccise, impiccandosi a un albero nelle campagne di Volpedo il 14 giugno 1907.

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