Skip to main content

L'arte è emozione: Giuseppe Arcimboldo L’Autunno

  • Paola Montonati

arcimboldo autunno 1L'Autunno del 1573, oggi conservato al Louvre, è parte di una serie di quattro opere con un volto maschile i cui tratti vengono però assemblati tramite l'utilizzo di elementi vegetali caratterizzanti l'omonima stagione.

Se una pera succosa sembra un naso, la bocca diventa una castagna; i capelli sono invece grappoli d'uva dai riflessi ambrati, l'orecchio un fungo, l'orecchino, un fico semiaperto, il mento una melagrana e una candida zucca viene ironicamente interpretata come un cappello.

Nel ciclo delle Stagioni ci sono riferimenti alle maschere carnevalesche o a quei pupazzi che venivano composti in occasione delle feste agricole e di piazza, come il fantoccio della Quaresima costruito con ortaggi e dolciumi e talvolta impreziosito con fichi secchi, castagne e addirittura pesci, che era poi smembrato.

E in alcune tradizioni contadine nell'area della Pianura Padana per l'ultimo dell'anno si costruisce uno strano fantoccio con legnetti, carta e cenci cui viene poi dato fuoco per scongiurare l'avvento di un anno ricco e fruttuoso.

L’autore

Giuseppe Arcimboldo nacque nel 1526 a Milano, primogenito del pittore Biagio, impegnato presso la Veneranda Fabbrica del Duomo ed erede di una famiglia aristocratica meneghina.

Giuseppe iniziò nel 1549 la sua attività artistica nella bottega del padre, disegnando cartoni che furono poi impiegati per la realizzazione di vetrate del Duomo.

L'episodio destinato a cambiare la vita di Giuseppe accade nel 1562, quando parti per Vienna su invito di Massimiliano II d'Asburgo, principe e futuro imperatore.

Nella capitale austriaca Arcimboldo divenne subito molto famoso, ricevendo anche riconoscimenti economici notevoli.

Giuseppe non era solo il pittore di corte: l'imperatore gli chiedeva aiuto anche per cortei, giochi e mascherate che rallegrano la vita di corte, come nel caso delle nozze tra Maria Anna di Wittelsbach e l'arciduca Carlo II d'Austria.

Il suo impegno come coreografo degli avvenimenti più importanti della corte di Vienna è oggi visibile nel 148 disegni del Carnet di Rodolfo II, attualmente agli Uffizi fiorentini nel Gabinetto Disegni e Stampe.

Arcimboldi rimane artista di corte anche sotto Rodolfo II, quando la capitale dell'Impero viene spostata da Vienna a Praga.

Nominato Conte Palatino,  nel 1587  tornò a Milano, dove lavorò ai dipinti Rodolfo II in veste di Vertunno e Ninfa Flora, prima di morire l’11 luglio 1593.

Pin It