Grandi marchi italiani: Lamborghini Auto da sogno
Lamborghini è uno dei più rinomati marchi nel mondo delle supercar, anche se la sua storia parte solo cinquant’anni fa, quando Ferruccio Lamborghini, imprenditore emiliano specializzato nella produzione di trattori e caldaie, vide che la sua Ferrari 250 GT era troppo rumorosa.
Dopo che Enzo Ferrari, il Drake, gli disse “Che vuol saperne di macchine lei che guida trattori” l’imprenditore prese la decisione di creare una propria supercar sportiva.
La Lamborghini Automobili fece il suo debutto nel 1963, con la commissione alla Società Autostar di Giotto Bizzarrini per la realizzazione di un motore 3.5 V12, mentre per il telaio venne contattato Gian Paolo Dallara.
La prima auto di Sant’Agata prodotta in serie fu la 350 GT, presentata al Salone di Ginevra del 1964, che rispetto al prototipo GTV si distingue per le linee riviste dalla Carrozzeria Touring e per il propulsore depotenziato
Nel 1965 debuttò la Lamborghini 400 GT dotata di un motore 4.0 da 320 CV, e al Salone di Torino dello stesso anno fu mostrato il telaio di La Miura, poi presentata al Salone di Ginevra del 1966, con un design “sexy” firmato Bertone.
Il decennio successivo si aprì con il lancio della Jarama e della piccola Urraco, oltre alla concept LP 500, le cui forme originalissime anticiparono il design di un altro modello destinato a diventare un simbolo della Casa del Toro, la Countach del 1974, dotata di un motore 4.0 V12.
Nella seconda metà degli anni Sessanta la casa di Sant’Agata propose la targa Silhouette del 1976 e il prototipo Cheetah del 1977, primo tentativo Lamborghini di creare un fuoristrada.
Nel 1978 la Lamborghini dichiarò fallimento e rimase in amministrazione controllata fino al 1981, anno in cui passò nelle mani dei fratelli franco-svizzeri Jean-Claude e Patrick Mimran, che produssero la Jalpa e nel 1986 la mostruosa SUV LM002, antesignana dell’Hummer e dotata di un possente propulsore 5.2 V12.
La Chrysler comprò la Lamborghini nel 1987 e l’anno successivo creò la Lamborghini Engineering per la realizzazione di motori destinati alla F1.
Dopo il varo nel 1990 della Diablo, la Lamborghini fu acquistata per 40 milioni di dollari dall’holding indonesiana Megatech, che dopo quattro anni rivendette la società all’Audi per 110 milioni di dollari.
Nelle mani dell’Audi venne prodotta la Murciélago del 2001, erede della Diablo e tre anni la piccola Gallardo, che rappresenta la metà di tutte le Lamborghini immatricolate dal 1963 a oggi.
La vettura più “cattiva” prodotta dalla Casa di Sant’Agata è la Lamborghini Reventón del 2008 e nel 2011 sarà l’Aventador, in grado di raggiungere una velocità massima di 349 km/h, a diventare la regina delle vetture del Toro.