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L'arte è emozione: Annibale Carracci Cristo e la Samaritana

  • Paola Montonati

cristo samaritana 1Oggi nella Pinacoteca di Brera, il dipinto di Annibale Carracci fa parte di un trittico, che comprende Gesù Cristo e l'adultera e Gesù Cristo guarisce la figlia della Cananea, con al centro episodi evangelici, dove Cristo incontra personaggi femminili:

La scena si svolge presso il podere che il patriarca Giacobbe aveva donato al figlio Giuseppe, dove era presente un pozzo chiamato di Giacobbe, in realtà una fonte, utilizzata sia per attingere l'acqua sia per abbeverare gli animali.

Nel dipinto, che raffigura la seconda parte del racconto evangelico, ci sono al centro, la Samaritana che prima ha cercato di tenere testa a Gesù nel dialogo, ma adesso appare ormai vinta dall'eloquenza e dalle rivelazioni di Cristo, a destra, Gesù Cristo che con la mano destra sul petto allude a se stesso come il Messia, mentre con la sinistra indica la città, per convincere la donna a diffondere la notizia dell'incontro, mentre a sinistra gli apostoli stanno tornando da Sicar con il cibo, come viene narrato nel Vangelo.

Inoltre, nella scena sono presenti alcuni dettagli di valore simbolico, come un orcio, fra la Samaritana e Gesù Cristo, che ricorda come il loro dialogo abbia come tema la sete fisica e spirituale.

Il dipinto rappresenta una notevole testimonianza dell’arte italiana a metà tra il Rinascimento e l'Illuminismo, infatti, nasce dai dettami dell'Accademia bolognese degli Incamminati, fondata a Bologna intorno al 1585 basandosi sulle idee del Concilio di Trento, che usava le immagini per diffondere la fede, oltre all’ambientazione pastorale della scena, influenzata dal clima culturale legato ai poemi di Torquato Tasso.

L’autore

cristo samaritana 2Annibale Carracci nacque a Bologna nel 1560, probabilmente in una famiglia di artisti, dove fece il suo primo apprendistato.

Nel 1582, Annibale, suo fratello Agostino e suo cugino Ludovico Carracci fondarono uno studio di pittori chiamato inizialmente l'Accademia dei Desiderosi e poi degli Incamminati, con un occhio alla nuova tecnica di disegno lineare di Raffaello e di Andrea del Sarto, mentre i colori luminosi e la definizione degli oggetti, prendono come modello le opere del Tiziano.

Le prime opere del Carracci sono dipinti di genere come la Bottega del macellaio e il Mangiafagioli, il Ritratto di Musico della Galleria Nazionale di Napoli e due Autoritratti oggi alla Galleria degli Uffizi a Firenze e alla pinacoteca di Brera, tutti caratterizzati da un forte realismo.

Tra il 1588 e il 1590 Annibale lavorò con Agostino e Ludovico agli affreschi di palazzo Magnani a Bologna e subito dopo venne mandato a Roma dal Duca di Parma da suo fratello, il cardinale Odoardo, per decorare il piano nobile di Palazzo Farnese. 

Mentre lavorava a Palazzo Farnese, il pittore dipinse opere come la Natività della Vergine, oggi al Louvre di Parigi, la Pietà del Museo Nazionale di Napoli, l'Assunzione della cappella Cerasi di Santa Maria del Popolo a Roma. 

Tra il 1603 e il 1604 Annibale fece la decorazione delle lunette nella cappella di Palazzo Aldobrandini con Storie della Vergine tra le quali una Fuga in Egitto dove il paesaggio diventa il soggetto principale dell'intero dipinto, oggi a Roma alla Galleria Doria Pamphili. 

Annibale Carracci morì a Roma nel 1609 e il suo stile pittorico fu proseguito dal Domenichino, il suo allievo prediletto, da Giovanni Lanfranco e Sisto Badalocchio.

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