Il Venerdì Santo sulle tracce della passione di Gesù
Il Venerdì Santo, giorno dove la liturgia è dominata dalla Croce e al tramonto, per le strade di borghi e città, sfilano processioni che rievocano la morte di Gesù.
Simbolo di questo momento è la Via Crucis, l’esercizio, dove si ricostruisce e commemora il percorso compiuto da Cristo per raggiungere il Golgota, luogo dove anche alcuni reperti archeologici attestano fosse l'area cimiteriale del sepolcro di Gesù.
Ma la Via Crucis nasce da tre devozioni che si diffusero, a partire dal XV secolo in Nord Europa, soprattutto in Germania e nei Paesi Bassi, le cadute di Cristo sotto la croce, i cammini dolorosi di Gesù, una processione da una chiesa all'altra in memoria dei percorsi compiuti da Cristo durante la sua passione: dal Getsemani alla casa di Anna, da questa alla casa di Caifa, e le stazioni di Cristo, dove Gesù si ferma lungo il cammino verso il Calvario.
La Via Crucis, nella sua forma a quattordici stazioni, si diffuse all’inizio in Spagna nella prima metà del XVII secolo, soprattutto in ambienti francescani, poi con gli anni il sentimento religioso si è intrecciato con il folklore, dando così vita a riti e processioni suggestivi in ogni regione d'Italia.
In Piemonte, ad esempio, a Romagnano Sesia, in provincia di Novara, il Venerdì Santo degli anni dispari, questo giorno si celebra con veri e propri quadri viventi che camminano per il paese.
A Vercelli, invece, è in programma la Processione delle macchine, con otto pesanti gruppi scultorei trasportati a spalla che vengono portati in processione per il centro della città.
Una delle più antiche processioni del Venerdì Santo si svolge a Orte, dove i gruppi delle confraternite sfilano di sera con croci e simboli della Passione, seguiti da penitenti scalzi che portano catene alle caviglie, la bara con il Cristo morto, le piangenti, le Marie nerovestite e la statua dell'Addolorata e alla fine i confratelli distribuiscono fiori che vengono conservati dai fedeli.
Sono al sud che si svolgono le Vie Crucis più note, come quella del Perdùne a Taranto, com’erano detti i pellegrini che andavano a Roma per il Giubileo, che hanno la testa coperta da un cappuccio bianco sormontato da un cappello nero e sfilano a piedi nudi dal pomeriggio del Giovedì fino a notte fonda.
Poi parte la seconda parte, quella dell’Addolorata, con il Troccolante, che suona la troccola, una tavoletta di legno con denti di ferro, il percorso di circa quattro chilometri è coperto in più di dieci ore.
E nel pomeriggio del venerdì parte la processione dei Misteri, con i gruppi statuari e il simulacro del Cristo morto, con la sfilata che continua fino all’alba del Sabato Santo.
Molto amata anche la Settimana Santa di Nocera Terinese, in provincia di Catanzaro, che raggiunge il suo momento il Sabato Santo, con i flagellanti o vattienti in corteo, figure che si battono a sangue le cosce e i polpacci.
La Settimana Santa è molto sentita anche a Caltanissetta, dove sfilano processioni incredibili per maestosità e magnificenza.
In Sardegna, Iglesias è nota per la processione notturna tra il Venerdì e il Sabato Santo, con un corteo funebre di derivazione spagnola e barocca, simile a quello di un re, mentre ad Alghero suggestivo è l'innalzamento del Cristo sulla croce.