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Il Pavese tra le due guerre: Il Regisole

  • Paola Montonati

regisole paviaUno dei segreti meglio custoditi della lunga storia di Pavia, con un forte legame tra l’impero di Roma e gli anni Trenta del Novecento….

Chi è l’uomo che è raffigurato nel Regisole, il maestoso monumento in bronzo che troneggia nella grande piazza del Duomo di Pavia, in pieno centro storico? Si è ipotizzato che sia Marco Aurelio, Settimio Severo, Odoacre o Teodorico, ma quello che sappiamo di certo che la grande statua non è quella di un tempo, ma una copia moderna.

Il primo Regisole nel corso dei secoli ebbe l'ammirazione di nomi illustri come Leonardo da Vinci, che, durante una delle sue visite alla fabbrica del Duomo, così disse nei suoi appunti “Di quel (ossia del cavallo) di Pavia, si lauda più il movimento che niuna altra cosa” e nel Trecento Francesco Petrarca aveva riportato la stessa impressione, infatti nella lettera all'amico Boccaccio scrisse che il “Regisole è cosa ammirevole per lo slancio del cavallo come all'assalto della cima di un colle”.

Se l'antico Regisole era come l'attuale in bronzo, sfoggiava, a differenza dell’attuale, una preziosa doratura, che fu periodicamente ripulita e restaurata, simbolo perfetto della cura che i pavesi ebbero sempre per la leggendaria statua equestre.

Una datazione  della fusione del primo Regisole è impossibile, ma è verisimilmente collocata nell'ambito del tardo Impero Romano e sul personaggio che rappresenta ci sono alcune ipotesi, ma  la più attendibile propenderebbe per un legame tra il sole della parola Regisole e la parola greca Helios, onorato dagli imperatori romani Marco Aurelio ed Aureliano, dei quali divenne poi  la corruzione medievale.

Se da una parte l'iconografia mostra l'identificazione del Regisole con Marco Aurelio, dall'altra è si sospetta che la statua rappresentasse Aureliano, legato alla storia di Pavia per aver sconfitto, alle porte della città, gli Alemanni e più vicino alle memorie leggendarie della popolazione del Pavese e la mano alzata nel tipico saluto romano fa pendere per la tesi che il Regisole sia la raffigurazione di un imperatore.

Un'altra tesi ipotizza che il nome del monumento sia una corruzione della locuzione latina Regis solium, cioè Sede del re, dato che si racconta che la statua, sin dal IX secolo, venne collocata all'interno di una nicchia ricavata sulla parte del Palazzo Reale costruito a Pavia per volere di Teodorico, per poi venir spostata nella piazza del Duomo solo nel 1024, dopo la distruzione del palazzo.

Quando Pavia fu conquistata da Matteo Visconti nel 1315, il Regisole fu abbattuto e portato  a Milano, dove la testa  venne venduta per un fiorino.

Dopo che furono recuperati i pezzi e, grazie a un lungo lavoro di restauro, fu rimesso al suo posto, il Regisole fu nuovamente abbattuto in occasione del sacco di Pavia del 1527, e portato via da un soldato ravennate.

Riscattata a Cremona, la statua torno ancora una volta a Pavia e, ricollocata al suo posto, vi rimase fino alla Rivoluzione Francese quando tre pavesi, incitati dal Generale Augerau, gettarono una corda al cavallo del cavaliere, che fu trascinato al suolo.

Caduto a terra,  il Regisole finì in mille pezzi  che furono in parte fusi e in parte venduti, anni dopo, nel settore dell’antiquariato, per finanziare la sistemazione dell'area alberata di piazza Castello.

Fu solo nel 1935 che, grazie al professore Renato Soriga, si decise di dare a Pavia un nuovo Regisole, che fu commissionato a  Francesco Messina, allora Direttore dell'Accademia di Brera.

L'8 dicembre 1937, nel giorno che ricordava la fondazione dell'impero di Augusto, fu  inaugurata la nuova statua in piazza del Duomo, una scultura bronzea alta circa sei metri e sostenuta da un piedistallo di travertino, al cospetto del Ministro Bottai e delle autorità  pavesi.

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