Il pavese tra le due guerre: Cesare Angelini
Una vita tra la fede e l’arte dello scrivere, nel Pavese del Novecento…
Cesare Angelini nacque ad Albuzzano, in provincia di Pavia, il 2 agosto 1886, da Giovanni Battista Angelini e Maria Maddalena Bozzini, contadini, sesto figlio dopo Maria, Giuseppe, Domenico, morto all'età di un anno, Carlo e Gina.
Nel 1910, dopo essere stato ordinato sacerdote, Cesare si recò a Cesena, in Seminario, dove per cinque anni fu professore d’italiano e frequentò quasi quotidianamente il giovane filosofo Renato Serra.
Cesare nel 1915 tornò in Lombardia per un breve periodo soggiornando a Torre d’Isola, un piccolo borgo vicino a Pavia, dove il fratello Giuseppe era diventato parroco, poi durante la Grande Guerra fu cappellano degli alpini.
Durante una missione in Albania si accostò alla realtà spirituale musulmana di quei luoghi, e «con l'aiuto del Muftí imparò a leggere il Corano come raccontò in alcune delle sue pagine più belle, oggi nel memoir Mi ricordo di Alí.
Concluse le ostilità tornò a Pavia ed insegnò in Seminario, mentre la sua casa era a Torre d’Isola.
Angelini collaborò a molti giornali e periodici, anche con lo pseudonimo di Belvento, come Il Convegno, Davide, Corriere d'informazione, L'Italia, Corriere della sera, La Raccolta, La Gazzetta del popolo, Il Quotidiano di Roma, Pegaso, Pan, Il Tempo di Milano.
Inoltre tenne per anni la rubrica letteraria dell'Osservatore Romano e curò la redazione e la pubblicazione dei quaderni dell'Almo Collegio Borromeo, Saggi di umanismo cristiano, su cui comparvero scritti di ex allievi del collegio, nonché del collegio Ghislieri e della Normale di Pisa.
Tra i suoi scritti di argomento religioso ci sono Conversazioni sul Vangelo, I doni del Signore, La vita di Gesù, Leggendario di santi, Invito in Terrasanta, Contardo Ferrini o la passione ricevuta dal cielo, Il regno dei cieli, Parabole e fatti nel Vangelo, Quattro santi e un libro, Brescia 1957, e altri ancora, oltre alla traduzione dal latino del Cantico dei cantici e la traduzione e cura dell'Apocalisse per l’Einaudi, entrambi di alto rigore filologico e dottrinale.
Da una ispirazione così orientata tra religione e letteratura, confluenti in una visione univoca e pacatamente lirica della vita come dei fatti letterari, nacque il profondo interesse dello scrittore per Alessandro Manzoni che per lui era un modello spirituale e culturale.
Sono scritti di critica manzoniana Il dono del Manzoni, sulla produzione poetica e narrativa di Manzoni e sulla sua formazione, Invito al Manzoni, Manzoni, Commento ai Promessi sposi, Capitoli sul Manzoni vecchi e nuovi, con la ristampa di molti scritti precedenti con l'aggiunta di capitoli inediti sulla lingua e la formazione manzoniana e Variazioni manzoniane, oltre a note e spunti critici, divagazioni e riflessioni sul Manzoni sono sparse nelle varie raccolte di scritti critici di Angelini, che proprio attorno a Manzoni fece ruotare gli autori e i testi dell’Ottocento italiano.
Nel 1938, morto il fratello Giuseppe, Cesare divenne economo spirituale di Torre d’Isola e l'anno successivo fu nominato Rettore dell’Almo Collegio Borromeo di Pavia, che coprì fino al 1961, per poi vivere con la nipote Margherita in via Luigi Porta a Pavia.
Ad Angelini nel 1952 fu conferito il titolo di Monsignore e nel 1964 gli fu assegnata la laurea in Lettere Honoris causa dall’Università di Pavia.
Gli ultimi anni della sua vita lo scrittore li passò nella sua nuova casa in via Invenzio a Pavia, dove morì il 27 settembre 1976.
Oggi la tomba di Cesare Angelini si trova nel cimitero di Torre D'Isola, il borgo che considerava la sua seconda casa.