Il Natale degli animali
Una leggenda lomellina che ha qualche eco nelle tradizioni romagnole della notte dell’Epifania, una storia da raccontare in qualche serata fredda, con una cioccolata calda e un po’ d’atmosfera…..
Tanto tempo fa vicino a Vigevano c’era una vecchia cascina, dove abitava una vedova con suo figlio, un ragazzo dal carattere buono e un po’ ingenuo, che era stato soprannominato dai suoi concittadini Tatèla.
In una vigilia di Natale particolarmente fredda e nevosa Tatèla si recò in paese per comprare tre forme di pane e vendere le uova delle galline.
Compiuti i suoi acquisti, Tatèla stava per tornare a casa, quando sul sentiero vide un vecchietto che camminava zoppicando.
Incuriosito Tatèla disse “Nonno dove andate?”.
“Sto andando a casa” replico il vecchio “Ma la mia casa è un po’ lontana”.
“Venite sul carretto, cosi fate meno strada”.
“Grazie, ben volentieri”.
Dopo essere salito sul carretto vicino a Tatèla, il vecchio notò le tre forme di pane e gli domandò “Che cosa te ne fai di tutto quel pane?”
“Di quel pane una forma è per me e la mia mamma, una forma è per i poveri che domani verranno alla mia porta, una forma è per il Bambin Gesù”.
Il vecchio disse “Io ho tanta fame e non so quando arriverò a casa”.
Impietosito Tatèla tagliò una forma a metà e disse “Toh, brav’uomo, facciamo metà per uno, mezza per la mia mamma e mezza per voi, io domani mangerò ancora la polenta”.
Pieno di gratitudine il vecchio disse al ragazzo “Stanotte dormi nella stalla e sentirai qualcosa”.
Poi i due si salutarono e il vecchio se ne andò.
Quando Tatèla arrivò a casa, sua madre gli chiese “Perché hai portato solo due forme e mezzo?”.
“Eh, sai mamma, sulla strada ho trovato un povero vecchio che aveva fame, allora gli ho dato la mia metà, io posso mangiare anche la polenta. Quell’uomo però mi ha detto di andare a dormire nella stalla questa notte, che sentirò qualche cosa”.
“Sei proprio un povero Tatèla e credi a tutto”.
Ma quella stessa notte Tatèla andò a dormire nella stalla e a mezzanotte senti che gli animali stavano parlando tra di loro.
Il gallo disse “E’nato Gesù” l’anatra maschio “Quando?” l’anatroccola “Stanotte” la gallina “Dove dove?” la faraona “A Betlemme” il pavone “Fa freddo” la pavona “Andiamolo a scaldare” il bue “me me” l’asino “Io io” la tortora “Mettiamoci a correre” e il tacchino “Ma ho da correre che sono fiacco”.