Carlo Allorio un faro nella tempesta
Vescovo di Pavia, Carlo Allorio fu una grande guida spirituale per i cittadini pavesi nel difficile periodo della seconda guerra mondiale e della successiva ricostruzione.
Originario di Villata, un piccolo borgo delle colline piemontesi, Carlo Allorio nacque il 21 aprile del 1891, figlio unico di una coppia di contadini.
Fin dalla sua infanzia, fu educato dal parroco don Francesco Conti, che gli suggerì di entrare nel seminario dei Tommasini, situato presso la Piccola Casa della Divina Provvidenza, fondata agli inizi dell’Ottocento da san Giuseppe Cottolengo.
Dopo aver terminato i suoi studi nel seminario, Carlo tornò a Novara per completare il percorso formativo che culminò nella vestizione sacerdotale l’8 aprile del 1916.
Fu proprio il giorno della sua consacrazione che don Allorio vide con i propri occhi gli esiti della prima guerra mondiale su una piccola comunità, come lo era quella di Villata, dove restavano solo i vecchi, le donne e i bambini, mentre gli uomini erano chiamati al fronte a combattere un massacro del tutto privo di senso.
Dal 1916 fino alla fine della prima guerra mondiale il giovane sacerdote combatté come soldato semplice di sanità nelle truppe italiane sul fronte dell’Isonzo.
Terminato il conflitto don Allorio venne incaricato di essere il Coadiutore della parrocchia di Trecate, curata dall’arciprete Sebastiano Briacca, per poi diventare il parroco della cittadina del 1932 fino al 1942.
Nel frattempo, il 17 aprile del 1942, morì il vescovo di Pavia Giovanni Battista Giraldi, e venne deciso dalla curia romana che il suo successore sarebbe stato don Allorio.
Il nuovo vescovo arrivò a Pavia il 27 settembre, in un clima molto teso a causa dei bombardamenti alleati che avevano già colpito in più occasioni la provincia pavese.
Nei primi anni monsignor Allorio cercò in tutti i modi di essere vicino ai pavesi più colpiti, soprattutto dopo l’8 settembre del 1943 e l’inizio della Resistenza nel cuore dell’Oltrepò.
Dopo il bombardamento del Ponte Coperto nel 1944, il vescovo pubblicò una serie di comunicazioni per i fedeli e i preti locali, dove si esortava a non celebrare la messa di mezzanotte e a sostenere tutti i reduci dal fronte, oltre ad essere molto attivo nelle preghiere di suffragio per i caduti e per le famiglie dei soldati in guerra.
Il 30 aprile del 1945, dopo che Pavia era stata appena liberata dagli alleati, Allorio cercò in tutti i modi di impedire azioni di violenza e di vendetta. Ma i suoi sforzi non servirono a molto, poiché nella notte vennero uccisi otto uomini per le strade della città.
Dopo aver inaugurato nel 1951 il nuovo Ponte Coperto, monsignor Allorio continuò a essere sempre presente per i suoi parrocchiani fino alla morte, avvenuta nella sua amata Pavia il 9 dicembre del 1969, giorno in cui è ricordato il protettore della città lombarda, San Siro.