Il Beato Matteo Carreri, patrono di Vigevano
Amato patrono di Vigevano, Matteo Carreri visse una vita difficile, in un Quattrocento alle soglie di un mondo nuovo…
Nato nel 1420, Matteo Carreri da Mantova era frate domenicano dell’Ordine dei Predicatori dell’Osservanza e nel Cremonese, e per la precisione a Soncino, riformò il convento di San Giacomo, portando la comunità dei frati a una fervente vita spirituale ricca di preghiera e di contemplazione, di studio e di predicazione evangelica che irradiava nel suo aiuto alla popolazione del luogo.
Nel 1456, il giovane frate arrivò a Vigevano per una serie di predicazioni nella chiesa di San Pietro Martire, retta dai Padri domenicani della congregazione riformata di Lombardia.
La sua passione per la verità lo spinse a chiarire il modo di far divertimento di alcuni saltimbanchi che durante la festa di San Marco, nel corso della settimana precedente il 25 aprile, intrattenevano i giovani con musiche e danze ritenute non adatte a una festa religiosa.
E un giorno Matteo, avvertito dell’indecenza dei saltimbanchi, scese dal convento verso il piazzale, dove non solo cacciò tutti coloro che facevano disordine, ma venne chiamato dal duca Galeazzo Maria Sforza, che si trovava nel castello di Vigevano.
Matteo disse a Galeazzo Maria che la giustizia era la forza dei governanti, cioè era il dare a ciascuno il dovuto, così persuase il duca dell’autorità di seguire la legge morale per il bene comune.
La passione per la carità spinse Matteo a farsi intermediario di grazie presso Dio, che concedeva spesso un miracolo dopo le preghiere del santo frate, con la guarigione di un bimbo ustionato dall'olio bollente, figlio di Aliolo Gravalona, mercante e membro del Consiglio Generale della comunità di Vigevano, e uno a favore di Antonino Ferrari detto Bergamino, vittima di progressive perdite di sangue.
Frate Matteo morì a Vigevano il 5 ottobre 1470 e nel 1482, papa Sisto IV permise il culto del Beato, secondo il documento dell’8 febbraio 1482 di padre Salvo Cassetta, Maestro Generale dei domenicani.
Il Beato Matteo divenne ufficialmente il Protettore della città il 27 marzo 1518 su iniziativa della comunità civile convocata al Consiglio Generale, così fu confermata la promessa di protezione espressa dal Beato poco prima di morire, quando disse che avrebbe sempre pregato in cielo per la sua Vigevano.
Nel 1646 il corpo del Beato venne traslato, nell'arca marmorea della chiesa di San Pietro Martire di Vigevano, in una cripta ricavata ai piedi dell'altare maggiore della stessa chiesa, oggi diventata un suggestivo scurolo con il Beato collocato nell'urna di cristallo.