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I mille volti dello sport: Edoardo Mangiarotti Il re della scherma

  • Paola Montonati

mangiarotti scherma 1Edoardo Mangiarotti nacque a Renate, nella Brianza lombarda, il 7 aprile 1919.

Con i fratelli Dario e Manlio venne educato dal padre Giuseppe, schermidore di prestigio internazionale che nel primo dopoguerra aveva importato dalla Francia la scuola di scherma transalpina, oltre a essere uno dei fondatori della società schermistica Il Giardino di Milano, dove Edoardo imparò l’'arte della scherma.

Il padre insegnò a Edoardo il nuoto, la boxe, la corsa e il ciclismo, trasformandolo in un atleta di grande forza e resistenza, oltre che in un mancino nella scherma, lui destrorso naturale.

La carriera professionistica del giovane atleta cominciò nel 1933, quando a soli 14 anni vinse gli Assoluti di spada a Tripoli e nel 1936 prese parte alla sua prima Olimpiade, a Berlino.

Con le sue 13 medaglie olimpiche, collezionate fra il 1936 e il 1960, 6 d'oro, 5 d'argento e 2 di bronzo, Edoardo Mangiarotti rimane l'atleta italiano più medagliato di sempre, avendo vinto il maggior numero di medaglie sia alle Olimpiadi sia nei campionati mondiali.

Negli anni 1937-38, 1949-50 e 1954-55 fece parte delle squadre italiane che vinsero i Campionati del Mondo di fioretto, oltre ad essere sette volte campione italiano individuale: nella spada (1947, 1950 e 1955) e nel fioretto (1951, 1954, 1955 e 1957).

Nel biennio 1959-1960, con Gastone Darè e Renzo Nostini, Mangiarotti fece parte del comitato di gestione della Federazione Italiana Scherma (FIS) nominato dal CONI.

Edoardo si ritirò dalla scena olimpica nel 1961, rimanendo il più grande schermidore di spada di tutti i tempi, anche se nel fioretto divise questo riconoscimento con il francese Christian d'Oriola, lo schermidore che nella sua carriera non riuscì mai a battere.

Dopo aver lasciato l'agonismo, collaborò per anni con La Gazzetta dello Sport come giornalista, oltre a intraprendere una brillante carriera ai vertici della dirigenza sportiva italiana.

Tra le molte cariche ricoperte da Mangiarotti ci sono state quelle di Presidente dell'Unione Nazionale Veterani dello Sport, ente benemerito riconosciuto dal Coni, Presidente dell’A.M.O.V.A., associazione da lui stesso fondata per riunire le Medaglie d'Oro al Valore Atletico, membro d'onore del consiglio federale della Federazione Italiana Scherma e della Fédération Internationale d'Escrime (FIE), di cui presiedette la Commissione di Disciplina.

Mangiarotti, con il marciatore Ugo Frigerio, è stato l'unico atleta italiano a essere stato scelto per due volte come alfiere dell'Italia in una cerimonia d'apertura delle Olimpiadi, e portabandiera a Melbourne nel 1956 e a Roma nel 1960.

Inoltre Edoardo permise che ai campioni meno fortunati nella vita fosse corrisposto quello che oggi è l’Assegno vitalizio Giulio Onesti.

Il 18 marzo 2002, il CIO (Comitato Internazionale Olimpico) conferì a Mangiarotti l’Ordine Olimpico, la più alta onorificenza sportiva mondiale e nel 2009 ricevette a Istanbul il Premio Fair Play alla carriera.

Edoardo Mangiarotti morì nella sua casa di Milano il 25 maggio 2012, a 93 anni. 

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