Grandi marchi italiani: Sanpellegrino l’acqua delle fonti bergmasche
La storia della Sanpellegrino, uno dei marchi italiani più noti nel mondo per quanto riguarda acqua minerale e bibite, ha le sue radici nelle fonti termali che, fin dagli inizi dell’Ottocento, erano frequentatissime da borghesi e aristocratici europei e non solo nell’omonima cittadina della Val Brembana, in provincia di Bergamo.
Questo successo aveva spinto il proprietario del terreno confinante con la fonte, Pellegrino Foppoli, a edificare nel 1760 un complesso a pagamento dotato di una serie di vasche di legno per usufruire al meglio di quelle acque eccezionali, dando vita all’attuale sistema termale.
Nel 1842 il comune di San Pellegrino Terme cedette il 75% della fonte a Ester Palazzolo, a patto però che la quota rimanente fosse lasciata libera per gli abitanti del paese, che dovevano avere la possibilità di attingere l'acqua da un condotto esterno, senza pagare nulla.
Ma fu solo alla fine dell’Ottocento che l’imprenditore Cesare Mazzoni, compreso l’altissimo potenziale economico della zona, fondò, il 21 maggio 1899, la Società Anonima delle Terme di San Pellegrino, nome che mantenne fino al 1970, quando divenne solo Sanpellegrino.
Grazie alle idee innovative di Mazzoni, tra il 1901 e il 1906 l'azienda finanziò la costruzione del nuovo impianto termale, con il Grand Hotel e il Casinò, che, oltre a sostenere la pubblicità del prodotto, venduto in tutta Europa, fece aumentare il numero di visitatori a San Pellegrino Terme.
Dopo la morte di Cesare Mazzoni, avvenuta alla vigilia della prima guerra mondiale, l'azienda cadde in crisi fino a quando non fu rilevata, nel 1925, dal rappresentante farmaceutico Ezio Granelli, che, dopo aver comprato il brevetto della Magnesia Sanpellegrino, la condusse a un nuovo sviluppo tecnologico e innovativo, grazie al rinnovo dell’impianto termale e dello stabilimento d’imbottigliamento, inoltre ebbe l’idea di creare le bibite Sanpellegrino.
Tra le molte novità ci furono l'Aranciata, un originale incrocio tra acqua minerale Sanpellegrino, succo di arancia siciliana e zucchero, lanciato alla Fiera Campionaria di Milano del 1932, oltre a Aranciata Amara, prodotto per i primi cinquant'anni dell'attività, e Chinotto, uno dei maggiori successi del secondo dopoguerra.
Dopo la scomparsa di Granelli, l’azienda nel 1957 passò al genero Giuseppe Mentasti, che produsse il primo aperitivo analcolico, il Bitter Sanpellegrino, e comprò il brevetto di un nuovo prodotto, Acqua Panna.
Ormai un marchio di successo nel mondo delle bibite gasate, dal 1968 la Sanpellegrino, oltre a un nuovo stabilimento, produsse novità come Pompelmo, Cedrata, Cocktail, Doré, Sanbittèr Dry, Old Tonic.
Nel 1984 arrivò in azienda Paolo Luni, prima General Manager e poi CEO, che nel 1990 fu fondamentale per l’acquisizione del marchio Crippa & Berger, produttore delle Fonti Levissima.
Con il passar degli anni Sanpellegrino ha intrecciato rapporti con varie aziende del settore acque minerali e bibite gasate, come la Perrier, fino a diventare parte del gruppo Nestlé nel 1999.
Oggi Sanpellegrino, che gestisce marchi come Vera, Levissima, Recoaro, Panna e Pejo, vende in solo in Italia ma anche in stati come Stati Uniti, Francia, Germania e Regno Unito e negli ultimi anni Cina, Giappone, Corea, Brasile e Russia.