Giuseppe Sala, pittore tortonese
Oltre a Giuseppe Pellizza Da Volpedo, la zona tra Voghera e Tortona vide, nel primo Novecento, il fiorire dell’arte di un pittore come Giuseppe Sala, testimone di due guerre mondiali e del fascismo…
Nato a Tortona nel 1876, Sala si iscrisse giovanissimo all’Accademia Albertina di Torino, dove si laureò con lode nel 1904.
Il suo primo lavoro, la tela giovanile Preghiera, racconta, con pochi e semplici tratti di pennello, la religiosità umile dei campi, dove il pittore passò gran parte della sua infanzia.
Non è un caso che, molti anni dopo, Sala lavorò a una tela con San Francesco d’Assisi, padre dei francescani, che sentiva molto vicino a lui per la sua forte spiritualità.
Tra le due guerre il pittore, oltre a insegnare presso il liceo di Tortona disegno e storia dell’arte, s’impegnò con tutto se stesso nel lavoro di ammodernamento della Biblioteca civica e del Museo, oltre a valorizzare il ricordo di personaggi come l’aviatore Ernesto Cabruna.
Per lo stesso Cabruna, suo caro amico, Sala aveva ideato uno stemma per il suo aereo, con il simbolo della città di Tortona, che si trovava sulla carlinga del suo aereo.
Terminato il conflitto, il pittore negli anni Venti e Trenta partecipò ad alcune mostre collettive dell’arte piemontese, con lavori come Fiori e Preghiera, oltre che all’Esposizione Artistica Piemontese – Sarda al Kursaal Marini di Alessandria nel 1933.
Intanto il suo lavoro si evolveva nella direzione dell’arte del paesaggio dove, in pochi ma abili tocchi, raccontava il mondo delle colline o di un convento dei Cappuccini.
Sempre attivo, nel 1944 Sala prese parte a una mostra per la fiera di Santa Croce a Tortona e fu sempre in prima linea come Sovraintendente delle Belle Arti e Presidente della Società Storica.
Dopo la seconda guerra mondiale, il pittore diresse la scuola serale di Arti e Mestieri, oltre a interessarsi ai molti scavi archeologici che si tenevano in quegli anni a Tortona e dintorni.
Per una serie di gravi problemi di salute, alla fine degli anni Cinquanta Sala dovette lasciare tutte le sue cariche e si ritirò nella sua casa di via Luca Valenzano, vicino a Palazzo Guidobono.
Giuseppe Sala morì nella sua Tortona nel 1960.