Giuseppe Lombardi dal Pavese ai gulag di Stalin
Figlio di una modesta coppia di operai, Giuseppe Lombardi nacque a Voghera il 27 novembre del 1897.
Dopo una infanzia tranquilla nella sua numerosa famiglia, Lombardi iniziò ad interessarsi alle nascenti correnti comuniste, che in quegli anni riscuotevano entusiasti consensi nella campagne del Pavese e della Lomellina.
Non passò molto tempo ed ecco che il giovane Giuseppe non solo trovò un lavoro come meccanico, ma nel 1917 prima divenne un membro del PSI ed in seguito del PCI, dove si fece ben presto notare come uno dei capi del partito più attivi nella lotta contro i fascisti.
Il 15 maggio del 1921, giorno di elezioni, Lombardi, con altri membri del PCI, rimase coinvolto in una sparatoria a Castelnuovo Scrivia tra i fascisti ed i membri di Figli di Nessuno, la milizia comunista di Tortona.
Durante lo scontro morirono due fascisti e per questo Giuseppe venne indagato dalle autorità locali come sovversivo ed assassino.
Preso dal panico il giovane decise di fuggire in Russia, che nella sua mente rappresentava il posto ideale dove rifarsi una vita, lontano dal fascismo.
Agli inizi del 1922, dopo un viaggio avventuroso, Lombardi arrivò finalmente a Mosca, dove trovò lavoro presso un cantiere che si stava occupando dell’installazione di un impianto di galvanoplastica.
Nel frattempo il processo per la sparatoria in Italia si concluse con la condanna in contumacia di Giuseppe all’ergastolo per concorso in un duplice omicidio.
Un anno dopo, appresa la notizia, Lombardi decise di prendere la nuova identità di Ivan Gerardovic Gurov e si iscrisse all’accademia militare di Leningrado, da dove ne uscì con il titolo di Colonnello dell’Armata Rossa.
Durante la sua carriera militare in Estremo Oriente e Bielorussia, Giuseppe trovò il tempo di sposarsi con una giovane russa, da cui ebbe quattro figli.
Ma l’11 luglio del 1938 venne arrestato dalla polizia segreta di Stalin, con l’accusa di aver venduto ai fascisti i progetti di una mitragliatrice.
Anni dopo si seppe che le accuse erano del tutto false, ma nel frattempo Giuseppe era stato internato in uno dei gulag degli Urali, da dove ne usci solo nel 1941, con la salute a pezzi.
Nell’agosto di quello stesso anno, venne nuovamente arrestato per ordine dei tedeschi e venne liberato nel dicembre del 1942, in quanto gravemente malato.
Dopo la morte di Giuseppe, il 15 dicembre del 1942, la sua famiglia lottò a lungo per la sua riabilitazione, che avvenne solo nel 1956.