Franco Vittadini, da Pavia al mondo
Se a Pavia, si parcheggia nella piazza del collegio Ghislieri, molto sovente si sente una musica importante e piacevole uscire da un palazzo laterale, è l’Istituto musicale Franco Vittadini che deve il suo nome ad un illustre figlio di Pavia.
Franco Vittadini, uno dei più noti musicisti pavesi del novecento, nacque il 9 aprile del 1884 in una elegante casa situata presso il numero 12 di via Ugo Foscolo. Fin da subito, il giovane Franco manifestò un profondo interesse verso la musica classica, tanto che a soli 14 anni venne preso come allievo dai musicisti Ettore Pozzuoli e Galdino Passera presso il collegio di San Francesco a Lodi, che gli insegnarono tutti i segreti del pianoforte.
Nel 1903 il giovane Vittadini venne ammesso al Conservatorio di Milano, dove iniziò a frequentare i corsi di composizione sotto la guida di maestri come Carlo Andreoli e Vincenzo Ferroni.
Dopo aver lasciato il conservatorio per alcuni dissapori con il direttore, il giovane musicista tornò a Pavia dove nel 1922 divenne il direttore del Civico Istituto Musicale della città.
Contemporaneamente Vittadini iniziò a comporre la sue prime opere, tra cui spicca la commedia lirica Anima allegra, scritta durante la prima guerra mondiale su di un libretto di Giuseppe Adami, e presentata per la prima volta alla Scala di Milano nel 1921, dove ottenne un grande successo tanto che nel 1923 venne rappresentata al Metropolitan di New York. Le sue opere successive, tra cui spiccano Nazareth, presentata a Pavia nel 1925 e Caracciolo, rappresentata a Roma alla fine degli anni Trenta, non ottennero lo stesso strepitoso successo della sua prima opera. Ma Vittadini non fu solo attivo nel settore dell’opera lirica, infatti si dedicò a una serie di grandi balletti, come La Taglioni del 1945 e Fiordisole del 1931, che riportarono in auge il fastoso balletto italiano della fine dell’Ottocento, dopo che nel 1927 l’arrivo dei balletti russi lo aveva messo in crisi.
Negli ultimi anni della sua vita il compositore si cimentò anche nella musica sacra, con quindici Messe e numerosi Mottetti, che vennero scritti con una grandissima cura per i dettagli più minuziosi dal punto di vista musicale e stilistico, come nel caso del più noto di questi, L’Agonia del Redentore. Inoltre Vittadini fu particolarmente attivo nel campo dell’insegnamento musicale ai più giovani, tanto che grazie ai suoi sforzi nel 1937 l’Istituto ricevette un encomio solenne da parte del regime fascista.
Dopo la sua morte, avvenuta il 30 novembre del 1948, la città di Pavia per ricordarlo decise di intitolare a suo nome l’istituto per cui aveva fatto cosi tanto.