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Franco Grignani L’artista pavese che creò il logo della pura lana vergine

  • Paola Montonati

grignani 1Quel piccolo disegno che spesso troviamo sui filati, sugli abiti, un po’ futurista, che indica la “pura lana vergine” è stato creato da un artista pavese, Franco Grignani.

Quest’estate si tiene a Londra un importante mostra su Franco Grignani, pittore e grafico italiano originario del pavese, esponente dell’Op Art, la corrente artistica che studia e gioca con le illusioni ottiche, ma famoso soprattutto per aver disegnato il logo di Woolmark, Pura lana vergine, nel 1964.

Adesso, dal 5 luglio al 10 settembre, la Estorick Collection ospita una retrospettiva con una ricca selezione di dipinti e lavori di grafica dell’artista italiano.

Franco Grignani nacque nel 1908 a Pieve di Porto Morone, nel Pavese e verso la fine degli anni Venti, mentre studiava matematica a Pavia, iniziò a interessarsi alla pittura d’ispirazione futurista. In seguito il giovane pavese si trasferì poi a Torino per studiare architettura e nel capoluogo piemontese entrò in contatto l’ambiente del secondo futurismo torinese, che lo spinse nel 1933 a partecipare ufficialmente al movimento nella Mostra Nazionale d’Arte Futurista a Roma.

Dopo la laurea Grignani andò a vivere a Milano, dove iniziò a frequentare varie gallerie, tra cui la notissima Milione.

Nella seconda guerra mondiale a Grignani venne richiesto di organizzare un corso di avvistamento aereo e, anche se era privo di esperienza e con pochi strumenti a disposizione, ridisegnò le sagome degli aerei nemici ricalcandole una serie d’immagini trovate sulla rivista tedesca di propaganda Signal.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, l’artista tornò a Bergamo per ricongiungersi alla moglie Jeanne e alla primogenita Daniela, appena nata, che erano sfollate proprio li.

Negli anni Cinquanta Grignani riprese l’attività di designer grafico, che svolgeva dalla fine degli anni Venti, in cui aveva creato fotografie sperimentali di chiara matrice bauhausiana, realizzate da lui stesso, integrate a illustrazioni e parti tipografiche, spesso distorte a suggerire spazialità e movimento, come dimostrano gli annunci progettati per gli orologi Tavannes, le officine Borletti o per l’editoriale Domus.

La ripresa dell’attività grafica del giovane artista ebbe notevoli risultati nelle copertine della rivista Bellezza d’Italia, edita dalla Dompè farmaceutici, di cui Grignani fu art director dal 1947 e per tutti gli anni Cinquanta, oltre ad alcune pubblicità per la stessa azienda.

In queste sovrapposizioni d’immagini, testi e composizioni geometriche, Grignani sperimentò in continuazione, applicando alla comunicazione di prodotto ogni possibilità di percezione visiva che per lui era possibile. 

Nel 1952 i cinque fondatori dell’AGI, l’Alliance Graphique Internationale, scelsero i 60 grafici migliori al mondo e dall’Italia Grignani fu invitato assieme a Bruno Munari, Giovanni Pintori ed Erberto Carboni.

grignani 2Nello stesso anno l’artista venne chiamato dalla tipografia Alfieri&Lacroix per progettare delle nuove inserzioni.

E Grignani in vent’anni produsse uno straordinario corpus di annunci, quasi uno al mese, in un periodo dove le sperimentazioni si alternarono tra le pubblicità, le tele, i vetri industriali, la camera oscura. 

L’artista pavese fu anche un membro della giuria internazionale di Typomundus XX/2 per la selezione della grafica di comunicazione nel nostro secolo e membro della giuria della Biennale dell'affiche di Varsavia 1970, oltre ad essere il relatore esperto di comunicazioni visive negli Stati Uniti ai lavori del primo Vision 65 all'Università di Carbondale.

Per il suo contributo alle ricerche estetiche, Grignani ha ricevuto il simbolo d'oro dal Centro di Cultura Giancarlo Puecher di Milano, inoltre i suoi lavori sono entrati a far parte della raccolta del Museum of Modern Art di New York, dello Stedelijk Museum di Amsterdam, del Museo d'Arte Moderna di Varsavia e del Victoria and Albert Museum di Londra.

Dalla metà degli anni Settanta l’artista pavese si dedicò sempre di più alla pittura e negli anni Ottanta iniziò a insegnare al NABA di Milano.

Franco Grignani morì a Milano nel 1999.

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