Da Pavia a Cuba Eva Mameli Calvino
La vita di una donna che, dalla Sardegna, visse tra l’Italia e Cuba e fu la madre di uno dei più grandi scrittori del Novecento italiano, Italo Calvino.
Nata il 12 febbraio 1886 a Sassari, Eva Mameli era figlia di Giovanni Battista Mameli, colonnello dei carabinieri, e Maddalena Cubeddu, che avevano a cuore il valore dell’educazione, dello studio e del massimo impegno nella vita e nella carriera professionale.
Eva frequentò un liceo pubblico e, dopo aver presto mostrato uno spiccato interesse per le scienze, s’iscrisse al Corso di matematica presso l’Università di Cagliari.
Dopo il diploma, si trasferì a Pavia per stare vicina al fratello maggiore, Efisio (1875-1957), uno dei fondatori del Partito Sardo d’Azione, che operò all’università della città lombarda come assistente e libero docente di chimica organica.
Qui frequentò il Laboratorio crittogamico di Giovanni Briosi (1846-1919), che si occupava di piante come muschi e alghe, allora di massima rilevanza per gli studi di fisiologia, patologia ed ecologia vegetale, e che vantava un’alta reputazione scientifica essendo unico nel suo genere in Italia.
Eva decise di continuare le sue ricerche come assistente volontaria anche dopo la laurea in scienze naturali nel 1907 e un anno dopo ottenne il diploma della scuola di magistero e, nel 1910, l’abilitazione per la docenza in scienze naturali per le scuole normali.
Nel 1911 le venne assegnato il posto di assistente di botanica e nel 1915, prima donna in Italia, conseguì la libera docenza in questa disciplina.
Durante gli anni della prima guerra mondiale divenne una crocerossina e fu decorata con la medaglia d’argento della Croce rossa e quella di bronzo del Ministero dell’interno.
Ma, a 34 anni e, dopo la morte del maestro Briosi e il trasferimento del fratello Efisio per la cattedra di Chimica farmaceutica a Cagliari, Eva era sola e senza concrete prospettive per il futuro.
La svolta avvenne nell’aprile 1920 quando incontrò il ligure Mario Calvino (1875-1951), conosciuto alcuni anni prima, che aveva molteplici impegni scientifici, educativi e sociali, che nel 1908 si era trasferito in Messico e poi a Cuba dove da tre anni dirigeva la Stazione agronomica di Santiago de Las Vegas ed era alla ricerca di un valido collaboratore di genetica vegetale, oltre che di una moglie.
Eva accettò la proposta di matrimonio e il trasferimento in un mondo a lei del tutto nuovo ed estraneo.
A Cuba gli sposi trascorsero una vita semplice, caratterizzata soprattutto dal lavoro e dallo studio e li, il 15 ottobre 1923, nacque il loro primogenito, Italo Giovanni.
Nel 1925 la coppia rientrò in Italia per lavorare alla Stazione sperimentale di floricoltura Orazio Raimondo di San Remo, poi comprarono Villa Meridiana, che a quei tempi si trovava ai confini della città, e misero l’ampio giardino a disposizione della Stazione.
Qui Eva ebbe il ruolo di assistente e vice-direttrice, ma non rinunciò a una sua vita professionale, infatti, nel 1927, vinse il concorso per la cattedra di botanica dell’Università di Catania e poco dopo quella di Cagliari.
Dopo due anni, in cui era nato il secondogenito Floriano (1927-1988), poi docente di geologia a Genova, Eva decise di dedicarsi esclusivamente alla Stazione sanremese.
Durante la seconda guerra mondiale, i due sposi ospitarono alcuni partigiani e per questo Mario fu imprigionato per quaranta giorni ed Eva dovette assistere a due fucilazioni simulate del marito da parte dei fascisti.
Nel 1951, dopo la morte di Mario, la direzione della Stazione passò nelle mani di Eva per otto anni e, dopo aver continuato a studiare la natura anche dopo il pensionamento, morì il 31 marzo 1978 a 92 anni.