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Giuseppe Amisani Il pittore medese che amava Portofino

  • Paola Montonati

amisani giuseppe 1Forse non tutti sanno che a Portofino, sulla riviera ligure, per anni visse un pittore che, dalle risaie della Lomellina, trovò la sua ispirazione in un mondo ricco di luce e colore, avvolto dal grande silenzio del mare, Giuseppe Amisani.

Nato a Mede Lomellina il 7 dicembre 1881, Amisani, affascinato dal mondo dell’arte di fine Ottocento, per seguire le sue inclinazioni si trasferì nel 1895 a Milano, vivendo presso l’appartamento dello scultore medese Felice Bialetti.

Nonostante le difficoltà economiche; Giuseppe riuscì e seguire i corsi di pittori come Tallone, Emilio Gola e Vespasiano Bignami presso l’Accademia delle belle arti di Brera, che lo portarono in contatto con la corrente dei pittori post-romantici milanesi.

Nel 1900 Amisani trovò il grande successo grazie ad una sua opera, che divenne molto nota tra i pittori della Milano di allora, chiamata poi La Cleopatra Lussuriosa.

Tornato a Mede, il giovane pittore affrescò alcune chiese, tra cui la Chiesa della Confraternita a Candia Lomellina e la Chiesa della Trinità, inoltre ebbe i primi riconoscimenti della critica con la tela Il Dottore, che gli valse il premio Mylius.

Diventato un grande esperto nell’arte del ritratto, nel 1908 con L’Eroe Amisani vinse ancora il premio Mylius, poi si trasferì a Parigi, e iniziò a frequentare i maggiori artisti del suo tempo trovando una nuova fonte d’ispirazione nel mondo scintillante della Belle Époque.

Il grande successo per Giuseppe arrivò con un ritratto della grande attrice Lyda Borelli, con cui vinse il premio Fumagalli nel 1912, poi comprato dal Museo d’arte di San Paolo in Brasile e in seguito rivenduto.

Nel 1913 Amisani partì per il Sud America, dove eseguì il ritratto di alcuni ministri e del Presidente del Governo Brasiliano Francisco de Paula Rodrigues Alves, oltre ad alcuni delle signore dell’alta società brasiliana.

In seguito Giuseppe aprì uno studio di pittura a Londra ed espose in Olanda, Spagna, in America, al Cairo, in Algeria, in Inghilterra, Francia, Roma, Milano, Venezia, Buenos Aires e San Paolo del Brasile, poi dal 1922 al 1925 affrescò il palazzo di Ra’s al-Tin, ad Alessandria d’Egitto, allora nuova sede del governo, inoltre iniziò a dipingere i paesaggi africani.

Dopo l’esperienza africana, Amisani fu invitato in Grecia e lavorò anche in altri paesi europei, come Spagna e Inghilterra, ma il suo cuore era nella casa di Portofino, dove si trasferì a vivere nei suoi ultimi anni.

La sua arte era divisa tra il ritratto e il paesaggio, per cui ebbe una particolare inclinazione, tanto che perfezionò con il passar degli anni la sua raffinata tecnica, riuscendo ad ottenere particolari effetti, non solo con il pennello ma persino con un utensile come la spatola.

L’8 settembre 1941, durante una gita sul Monte di Portofino in compagnia del giornalista Giulio De Benedetti e dello scrittore Salvator Gotta, Giuseppe Amisani morì per un infarto e venne sepolto nella sua Mede.

Oggi le sue opere sono esposte al Museo Ricci-Oddi di Piacenza, presso la Galleria d’Arte di Milano, la Galleria di San Paolo del Brasile e la Galleria di Lima in Perù, mentre Mede lo ricorda ogni anno con un concorso dedicato ai pittori emergenti che porta il suo nome.

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