Famiola: dal teatro al carnevale pavese
Aspettando il Carnevale presentiamo le origini della più amata maschera di Pavia.
Secondo le fonti reperibili presso l’Archivio Storico di Pavia, le prime notizie sulla maschera del carnevale pavese Famiola risalgono al XVIII secolo, quando arrivò a Pavia la famiglia milanese Colla, che era nota per essere specializzata nel commercio di foraggi, carbone e legna, regolarmente acquistati dagli Austriaci e in seguito dalle truppe napoleoniche quando Pavia divenne parte della repubblica Cisalpina.
Dal carattere nobile e generoso, Colla aveva adibito una delle stanze del suo palazzo a vero e proprio teatro di marionette, con personaggi alti circa quaranta centimetri e scenografie
Quella semplice messa in scena era solo l’inizio di una lunga e gloriosa carriera che, dalla fine del Settecento fino ai giorni nostri, avrebbe portato la famiglia Colla a diventare una delle poche famiglie di marionettisti ancora oggi attive in Italia e nel mondo.
Fu proprio grazie a un’idea di Giuseppe Colla, il capostipite della famiglia, che nacque la maschera di Famiola, divenuta in poco tempo il simbolo del carnevale pavese.
La prima volta che Famiola comparve sul palcoscenico, presso il Teatro Re ( che si trovava dove attualmente c’è il cinema Corallo – Ritz) il suo interprete fu un attore appartenente a una compagnia piemontese, che gli prestò il dialetto di quelle terre e la frase “L’al fam” ( ho fame) da cui derivò il suo nome.
Inoltre durante quella prima rappresentazione venne ideato il suo costume, composto da giacca, gilet e pantaloni di panno rosso orlati di bianco, con calze a righine bianche e rosse, una parrucca nera con il codino rialzato e stretto da un nastro rosso, scarpe nere con fibbie tipicamente settecentesche, il tutto completato da una cravatta verde a farfalla e uno zucchetto rosso in testa.
Per tutto l’Ottocento Famiola fu una delle maschere più popolari di Pavia, tanto che di solito le sue parole “L’al fam” venivano seguite da “di libertà” che per tutti rappresentavano la forte volontà di ribellarsi al dominatore austriaco, come in effetti avvenne nel 1859, durante la seconda guerra di indipendenza italiana.
Nel Novecento i pavesi daranno un vero e proprio background a Famiola, con una moglie, la lavandaia Caroeu, e un figlio Famiulin, che daranno vita a spettacoli memorabili come “Levatt!fastidi” di cui è arrivato fino ai nostri giorni il canovaccio e le scenografie, composta da ventidue quadretti che raffigurano scorci di una Pavia ormai scomparsa.
Quando vi fu nel 1958 il Palio dell’Oca, subito i pavesi colsero l’occasione per arricchire il carattere di Famiola di nuove sfumature, rendendolo un assiduo frequentatore delle osterie pavesi che, dopo una buona bevuta, non esita a menare le mani con chi osa offendere lui e la sua famiglia.
Oggi Famiola e la sua famiglia sono quasi stati dimenticati dai pavesi delle nuove generazioni, ma i più vecchi ogni anno, quando c’e il Carnevale, indossano la sua maschera ed escono per le strade del centro in festa, facendo divertire grandi e piccoli.