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Cimitero monumentale di Pavia

  • Paola Montonati

 

cimitero pavia 1La storia dell’attuale cimitero monumentale, inizia alla fine del 1700, quando si avvertì la necessità di costruire un luogo per l’ultima tappa della vita dei pavesi.

Le origini del cimitero monumentale di Pavia risalgono al 1788 quando l’ospedale San Matteo, a causa di seri problemi economici, dovette procedere all’espurgo del cimitero monumentale che si trovava a pochi passi dall’ospedale, dove oggi troviamo la Banca Nazionale del Lavoro.

Allora il cimitero, che era composto da grandi fosse comuni, spesso piene di cadaveri, era affidato al monastero del Liano, che si trovava dove oggi vi è una delle sedi dell’Università.

Per mesi le strade di Pavia videro lo spettacolo dei carri agricoli scoperti, che purtroppo tra una puzza insopportabile trasportavano i resti dal Liano fino alla loro nuova dimora, con incidenti provocati dalle ossa e dai teschi che cadevano dai carri, spesso lasciati all’incuria quando i carrettieri entravano nelle osterie a bere qualcosa.

Dopo l’ordine di sospensione di queste traslazioni  da parte del comandante militare di Pavia, esasperato dalla lentezza dei becchini, fu presa la decisione di trasferire il cimitero nel quartiere di San Giovannino,  allora sede di alcuni vigneti e di una chiesetta consacrata a San Giovanni delle Vigne, detta dai locali “San Giuanin fa scòrta al dòm” cioè “San Giovanni aiuta il Duomo” spiegando come in alcune occasioni spesso i più poveri fossero molto più generosi dei ricchi.

I lavori del nuovo cimitero durarono solo un anno, tanto che il 7 novembre 1798 vi fu la solenne inaugurazione, alla presenza di una gran folla di pavesi e del prevosto locale, che vi celebrò  una Messa solenne.

cimitero pavia 2Costituito da un semplice muretto ricoperto da tegole e chiuso da un grande cancello in ferro battuto, per anni il cimitero fu sede dell’ultimo riposo  delle salme dei morti all’ Ospedale e dei più poveri, poiché gran parte dei pavesi non desiderava che i suoi cari defunti venissero sepolti lontano dalle chiese del centro.

Infatti allora molti nobili e borghesi facevano tumulare le loro famiglie presso le chiese e i conventi che  appartenevano loro, oppure nelle terre di proprietà.

Per quasi cento anni il cimitero di Pavia fu un campo incolto, con fosse scavate senza un ordine preciso nel terreno mal livellato e senza ripari che proteggevano dalle intemperie.

Finalmente, dopo l’unità d’Italia, il comune di Pavia diede inizio ai lavori per la sistemazione definitiva e la trasformazione in cimitero monumentale dell’antico campo, assumendo per l’incarico l’architetto milanese Vincenzo Monti e dopo la sua morte l’allievo Angelo Savoldi.

I lavori iniziarono il 29 agosto del 1879 e terminarono qualche anno dopo, dando cosi ai pavesi un cimitero degno di questo nome.

Nell’atrio del monumento si trova un piccolo Pantheon dei cittadini di Pavia più illustri, con i loro nomi incisi su  lapidi di marmo. 

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