Donne pavesi nella storia
Due donne nella storia di Pavia, divise da cinque secoli.
Isabella d’Aragona Sforza
Nata nel 1470, Isabella era la secondogenita del re di Napoli Alfonso D’Aragona e della sua prima moglie Ippolita Maria Sforza, sorella di Galeazzo Maria Sforza e Ludovico il Moro, duchi di Milano.
Giovanissima, la principessa venne promessa in matrimonio al cugino Gian Galeazzo Maria Sforza, figlio di Galeazzo Maria e della prima moglie Bona di Savoia, che sposò per procura a Napoli nel 1488.
Un anno dopo i due sposi confermarono i voti nuziali nel duomo di Milano, per poi partecipare ai solenni festeggiamenti, che videro il dono di una coppa d’oro massiccio da parte dei cittadini di Pavia e uno spettacolo ideato da Leonardo Da Vinci.
Ma il matrimonio tra i due ragazzi non si rivelò molto felice, anche a causa del fatto che Ludovico il Moro fece trasferire il nipote nel Castello Sforzesco di Pavia, dove le uniche attività consentite erano la musica e la caccia.
Il 30 gennaio del 1491 nacque Francesco, il primogenito di Gian Galeazzo e Isabella, ma ciò non migliorò i rapporti tra i due sposi.
Nel 1494, quando Carlo VIII arrivò in Italia, Isabella gli chiese di risparmiare il padre, ma alla fine riuscì solo a ottenere che il figlio Francesco fosse protetto dal re di Francia.
Dopo la morte in circostanze misteriose del marito la giovane principessa si trasferì alla corte sforzesca di Milano, per poi tornare a Pavia nel 1499 dopo la sconfitta di Ludovico il Moro.
Isabella visse gli ultimi anni della sua vita tra Milano, Bari e Napoli, dove mori nel 1524.
Rina Monti
Nata nel piccolo borgo di Arcisate nel 1871, Rina Monti fu l’allieva prediletta dei professori Pietro Pavesi e Leopoldo Maggi, che insegnavano scienze all’Università di Pavia.
Dopo aver conseguito la laurea in scienze naturali nel 1892, la ragazza trovò un lavoro come assistente alla cattedra di Mineralogia, per poi passare a quella di Biologia.
Nel frattempo Rina aveva iniziato a studiare il sistema nervoso degli insetti, per poi continuare il suo lavoro analizzando i pesci e gli uccelli.
Grazie alle sue ricerche, nel 1899, ottenne la libera docenza in Anatomia e Fisiologia comparate, oltre ad essere eletta membro corrispondente del Reale Istituto Lombardo di Scienze e Lettere.
Agli inizi del Novecento Rina collaborò con il fratello Achille, anatomo patologo a Pavia, a uno studio sulle marmotte, per poi accettare la supplenza nel corso di Anatomia e Fisiologia in sostituzione del professor Maggi.
Nel 1903 la giovane studiosa sposò il professor Stella, membro dell’Accademia dei Lincei di Roma, e nel 1905, dopo la morte di Maggi, divenne la nuova professoressa del corso di Anatomia e Fisiologia dell’Università di Pavia.
Mentre i suoi studi si concentravano sulla limnologia, cioè lo studio dei laghi e della loro morfologia, nel 1909 Rina divenne docente di Zoologia e Anatomia all’Università di Siena, per poi pochi anni dopo essere la prima professoressa di ruolo all’Università di Sassari.
Nel 1915 la giovane studiosa pubblicò il suo primo studio sulla limnologia del lago d’Orta, mentre tornava a Pavia come professore di Zoologia e direttore dell’Istituto.
Dopo la prima guerra mondiale, nel 1922 Rina divenne membro effettivo del Reale Istituto Lombardo di Scienze e Lettere e nel 1925 si trasferì a Milano con il ruolo di professore di Anatomia e Fisiologia all’Università e s’impegnò in un progetto per combattere i danni provocati alle coltivazioni dai maggiolini.
Malata da tempo, Rina Monti morì nella sua casa di Pavia il 25 gennaio del 1937.