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Canti delle mondine: L’odissea fra due prigionieri

  • Paola Montonati

canti mondine odissea 1Dalla fine dell’Ottocento agli inizi degli anni Settanta non era raro che, nelle calde giornate estive, si sentissero per le campagne della Lomellina i canti che le mondine, per distarsi dalle fatiche del lungo lavoro nelle risaie, cantavano con le loro voci limpide e squillanti.

Uno di questi canti era L’odissea fra due prigionieri, che era arrivato nel Pavese alla fine degli anni Cinquanta, grazie alla mondina Regina Ranzenigo, di Brescia, che lo aveva ascoltato in una fiera da un anonimo cantastorie.

Ma le ricerche di Roberto Leydi hanno permesso di stabilire che il canto era già diffuso fin dagli anni Venti, come dimostrano i fogli volanti, che presentano una versione con alcune varianti nei nomi dei personaggi.

Al di là di tutto questo il canto, con la storia romanzesca di una famiglia divisa dalla prima guerra mondiale e che si ritrova alla fine della seconda, resta un ricordo di un mondo dove, nelle calde notti estive, si potevano ascoltare racconti avvincenti sui rovesci del destino.

L’odissea fra due prigionieri

che ha destato una gran meraviglia

dopo lieti fra una famiglia

dopo tante disgrazie e dolor.

Nella prima guerra mondiale

Carlo Armando Manara partiva

poco più di vent’anni compiva

aveva moglie e un caro bambin.

Questo figlio appena due mesi

si chiamava Manara Tonino

era bello quel caro piccino

di gran gioia di mamma e papà.

Fu mandato al fronte francese

ed in Russia poi ven traslocato

là sul Don colpito è stato

e sul campo rimase colà.

E fra i russi un portaferiti

che era pronta aveva la biga

e correndo con ansia si sbriga

a portarlo al suo casolar.

Egli sa che il ferito è italiano

e gli domanda dove era nato

anche lui un giorno soldato

nell’eroica schiera italian.

Io mi chiamo Manara Tonino

e Manara Francesca è mia madre

non ho mai conosciuto mio padre

perché dicon che in guerra morì.

A quel nome si vide l’anziano

a gridare come fosse un bambino

“Sei mio figlio mio caro Tonino

or nessuno dividerci può”.

Ed il figlio “Babbo mio

perchè a casa non sei più ritornato

la mamma t’ha sempre aspettato

lei fedele restò sempre a te”.

E con queste parole il padre

dalla tasca una lettera levava

ed allora al figlio spiegava

il motivo perché torno più.

Disse un giorno fu mio fratello

che mi scrisse questo vergato

e dicendo così lo spiegato

cominciò la lettera fatal.

Caro Armando ti mando un espresso

ieri sera ho potuto vedere

la tua sposa con un bersagliere

abbracciata nel tuo casolar.

E il figlio fa capire al padre

che bugiardo è quello scritto

la mamma non ti ha mai tradito

e lo zio sempre rifiutò.

Rimpatriati tutti i giorni

in paese la festa fu assai grande

la notizia per tutto si spande

a salutarli tutti corron là.

La Francesca quella donna esemplare

or felice tinge il suo pianto

aver il marito e il figlio accanto

Dio ringrazio di tanta bontà.

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