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Camillo Golgi: un Nobel pavese

  • Paola Montonati

 

golgi 1Uno dei più famosi scienziati del secondo Ottocento, Bartolomeo Camillo Emilo Golgi nacque il 7 luglio del 1843, a Corteno, un piccolo borgo della Val Camonica, dove il padre pavese si era appena trasferito per lavorare come medico condotto.

Dopo aver frequentato le elementari e le medie a Corteno, l’ormai adolescente Camillo andò a studiare a Edolo e poi a Lovere, dove visse nel collegio del ginnasio locale, che si trovava presso il Convitto Municipale.

Affascinato da sempre dal lavoro paterno, il giovane Golgi si iscrisse all’Università di Pavia, dove si laureò nel 1865 con una tesi dedicata allo studio delle malattie mentali, che discusse con il noto criminologo Cesare Lombroso, poi conobbe Paolo Mantegazza e Giulio Bizzozero, che furono i suoi maestri.

Subito dopo la laurea, Camillo si presentò al concorso per primario chirurgo delle Pie Case degli Incurabili di Abbiategrasso, prova che superò brillantemente, tanto che gli venne concesso di occuparsi principalmente di quei pazienti che necessitavano di studi anatomici e psicologici.

Fino al 1873 Golgi lavorò ad Abbiategrasso con pazienza ed umiltà, ma non trascurò mai i suoi esperimenti di laboratorio, che teneva in una piccola cucina, con pochi attrezzi e il suo microscopio.

E fu proprio lì che Camillo ideò quella che ancora oggi è nota come la “Reazione Golgi” che permette di  colorare selettivamente le cellule nervose, per vederne la struttura organizzata.

Tornato a Pavia, Golgi coprì le cattedre di Istologia e Patologia generale, per poi essere nominato rettore dell’Università, incarico che avrebbe coperto più volte nel corso della  vita.

Ma non per questo lo scienziato rinunciò ai suoi esperimenti, anzi scoprì le cause della malaria, che allora era considerata malattia  incurabile, e lavorò a numerosi studi sui reni, sui bulbi olfattori, sulla corea di Huntington…

Nonostante  tutti i suoi studi ed insegnamenti, Camillo trovò anche  il tempo di sposarsi, nel 1877, con Evangelina Aletti, molto più giovane di lui.  

golgi 2I due sposi, che vissero al numero 77 di via Vittorio Emanuele (oggi Strada Nuova), furono sempre legati da un amore profondo, anche se non ebbero figli.

Camillo si dedicò anche alla politica, venendo nominato dal re, Senatore del Regno D’Italia e collaborò con il Policlinico San Matteo e con il comune di Pavia come assessore all’igiene, cercando contemporaneamente di mantenere alto il prestigio della sua Università.

Nel 1893, per aiutare il ramo scientifico dell’ateneo pavese, che era minacciato dalla nascita del nuovo polo universitario di Milano, Golgi prese la decisione, a quasi 53 anni, di tornare all’attività di ricerca nel campo della scienza, come aveva già  fatto ad Abbiategrasso.

Questa volta i suoi studi sulla cellula lo condussero alla scoperta dell’apparato reticolare interno, oggi noto con il nome di complesso di Golgi, considerata una delle tappe fondamentali per la storia dello studio sulle cellule.

Nel 1906, grazie a questa scoperta, venne conferito a Camillo il premio Nobel per la scienza, ex aequo con Santiago Ramon y Cajal, che aveva basato le sue ricerche proprio sulla Reazione Golgi.

Dopo aver continuato fino all’ultimo a studiare e a battersi contro i problemi provocati dal nuovo polo scientifico milanese, Camillo Golgi morì nella sua casa di Pavia il 21 gennaio del 1926 e venne sepolto nel cimitero della sua città, accanto alla moglie e a Bartolomeo Panizza, uno dei suoi professori e all’allievo Adelchi Negri.  

 

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