Bruno Tacconi, il dentista dei faraoni
Un vogherese che ebbe una vita singolare, tra letteratura e medicina…
Nato a Voghera il 13 dicembre 1913, Bruno Tacconi da giovane svolse diversi lavori prima di diplomarsi in odontotecnica.
Iniziò a esercitare la professione e si laureò in Medicina pochi anni più tardi, diventando uno stimato professionista, ma fondamentale, per la sua carriera e per la sua vita, fu l’incontro con la professoressa Bruna Massone, la donna con cui condivise i momenti più importanti della sua vita.
Dai suoi viaggi, compiuti con la moglie, Tacconi portava un gran numero di diapositive, proiettate agli amici del Lions Club di Voghera, che ascoltavamo il resoconto di un medico che conosceva tanto bene le terre lontane, al punto che fu invitato ai circoli di Pavia e di Novara dove parlava davanti ad illustri professori di storia.
Una sera Tacconi entrò nel suo studio con l’intenzione di redigere una traccia per la conferenza da tenere e in una sola notte compose il primo capitolo de La verità perduta, il libro che fu il suo esordio e che lo fece conoscere al grande pubblico.
Nei mesi e negli anni successivi, fingendosi intento ad altre occupazioni, continuò a scrivere il romanzo e a nascondere i fogli nel cassetto della scrivania e ne uscì un’opera di mille pagine, divenute seicento dopo l’accurato lavoro di editing.
Il contatto con la Mondadori, che pubblicò poi tutti i romanzi di Tacconi, non si fece attendere, il dottore inviò il dattiloscritto per una valutazione e fu convocato otto mesi più tardi da Alcide Paolini, responsabile della narrativa italiana, che da quel giorno divenne amico e frequentatore di casa Tacconi.
Sorpresi dal voluminoso manoscritto, gli addetti ai lavori chiesero all’autore dove avesse raccolto l’enorme messe di informazioni, mentre la professoressa Valdoni, docente di Storia Antica alla Cattolica di Milano, espresse, come esperta, un giudizio che positivo sulla ricostruzione storica nel romanzo di Tacconi.
Nel 1972 uscì La verità perduta, e da allora la fama e il successo di Tacconi continuarono a crescere.
La gente si appassionava alle sue storie, ma Tacconi, schivo e riservato, non si lasciò mai attrarre dal miraggio della mondanità e anche quando la Mondadori lo invitò a lasciare Voghera per Milano, non volle abbandonare la sua terra, cui era profondamente legato, e i suoi pazienti.
Nel 1974 con L’uomo di Babele, uscito l’anno precedente, fu finalista al Premio Bancarella e si aggiudicò anche un premio internazionale per un saggio sulle tecniche di mummificazione dell’antico Egitto.
Riconoscimenti e partecipazioni a dibattiti e a conferenze a carattere scientifico furono per lui degli appuntamenti fissi e la moglie spesso lo seguiva nei suoi viaggi, al punto che fu incaricata da Paolini di concludere il romanzo La signora di Atlantide, uscito postumo nel 1988.
Bruno Tacconi esercitò la professione di dentista fino all’ultimo, lasciandola solo due anni prima della morte avvenuta a Voghera il 23 marzo 1986.