Grandi marchi, grandi aziende: Perugina
Un’azienda simbolo del cioccolato nell’Italia del Novecento…
La storia della Perugina cominciò a Perugia nel 1907 con la fondazione della Società perugina per la fabbricazione dei confetti, ideata da Francesco Andreani, Leone Ascoli, Annibale Spagnoli e Francesco Buitoni, membro dell’omonima famiglia di pastai di San Sepolcro, in provincia di Arezzo.
Il più prodotto della Perugina, il Bacio, fu prodotto per la prima volta nel 1922 e diffuse tra gli italiani l’amore per il cioccolato.
Secondo la leggenda il primo nome del Bacio era nientemeno che Cazzotto, dovuto alla sua forma tozza, anche se fu rapidamente ribattezzato in modo diverso, con un nome che si prestò a facili giochi di parole e a simpatiche allusioni.
Federico Seneca, uno dei più affermati cartellonisti e disegnatori degli anni Venti, disegnò la scatola dei Baci ispirandosi al quadro Gli innamorati di Francesco Hayez e inventò il cartiglio, cioè quel bigliettino con la frase amorosa, ancor oggi presente nei Baci, che ha subìto negli anni diverse operazioni di restyling.
Il marchio all’epoca raffigurava il grifone, simbolo della città di Perugia, a sinistra, e uno scudo con l’acronimo SPFC.
Nel 1920 la società assunse la nuova denominazione di La Perugina, Cioccolato e Confetture e, nel 1923, di Perugina, mentre il marchio si essenzializzò con il grifone, a destra, e il nome nel carattere d’ispirazione medievale, con il gancio della lettera R e il ricciolo dell’ A.
Alla fine degli anni Venti la Perugina consolidò il suo ruolo d’industria di punta nel settore dolciario e il marchio nel 1931 divenne più moderno con la U al posto della V di stile fascista e, dal 1933, una versione con alcuni caratteri senza grazie.
Dal 1935 i prodotti Perugina furono lanciati in America, e a New York venne inaugurata La Bomboniera, società di gestione di un punto vendita di prodotti italiani sulla Fifth Avenue, dove la Buitoni presentava i suoi sughi pronti e la pasta.
Con il 1939 ci fu un restyling che mirò a essenzializzare il logo, con la scomparsa del ricciolo della lettera A e il grifone a sinistra.
A partire dal 1954 la produzione del cioccolato si diversificò verso prodotti nuovi come cioccolatini sciolti, tavolette e confezioni più economiche.
Negli anni sessanta si aprirono varie filiali nelle più importanti città del mondo e la Perugina traslocò da Fontivegge al nuovo stabilimento di San Sisto.
La Buitoni nel 1968 fu incorporata alla Perugina e nacquero le Industrie Buitoni Perugina che però attraversò varie difficoltà economiche fino alla sua vendita nel 1985 alla Cir di Carlo De Benedetti.
Tra la fine degli anni sessanta e la prima metà degli anni settanta Perugina entrò nel mondo delle barre e degli snack di cioccolato introducendo sul mercato prodotti come Carrarmato, Muibon, Trebon e altri.
Durante gli anni Ottanta la società ideò prodotti come Ti va l'idea? e il Tablo, confermandosi come un'azienda del settore dolciario che faceva una degna concorrenza ai gruppi leader del settore in Italia.
Nel 1985 il marchio venne inserito in un ottagono schiacciato di colore oro, dove c’era anche la data di fondazione.
De Benedetti nel 1988 cedette la Buitoni-Perugina alla multinazionale svizzera Nestlé per una cifra pari a 1600 miliardi di lire e un anno dopo il grifone e il logotìpo di colore oro furono inseriti in un semicerchio blu contornato anch’esso d’oro.
Nel 2002 Landor Associates apportò una modifica al lettering rendendolo più moderno ed essenziale mentre l’agenzia Break ha modificato il grifone, che appare in silhouette su una porzione di arco.
Infine nel luglio 2007 Nestlé decise di cedere gli impianti di produzione di massa di cacao e cioccolato liquido dell'impianto di San Sisto alla compagnia svizzera manifatturiera di cioccolato Barry Callebaut, ancora oggi proprietario dello storico marchio umbro.