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Biagio Canevari il pittore di Dorno

  • Paola Montonati

biagio canevari dorno 1La vita di un pittore che fu sempre legato alla Lomellina e al suo mondo contadino. 

Nato a Dorno il 18 novembre 1864, Biagio Canevari era figlio unico di Antonio Canevari e Giovanna Perotti, due contadini della zona.

Da sempre affascinato dal mondo dell’arte, il 20 dicembre 1881 Biagio ricevette dal sindaco di Pavia l’attestato di Alunno dello Scuola Civica di disegno e poco tempo dopo cominciò a frequentare le lezioni di Pietro Michis alla Civica Scuola di Pittura di Pavia, oltre a vincere il premio Sacchi per la sua forte affinità con l'arte.

Dal 1885 al 1889 Canevari studiò all'Accademia di Brera di Milano, dove ebbe come insegnanti Raffaele Casnedi e Giuseppe Bertini, e dove vinse due medaglie d’argento, una per il miglior nudo disegnato e l’altra per la scuola speciale di pittura.

All’Esposizione Permanente Annuale di Milano del 1889 Biagio prese parte con il Ritratto della signora Riccardi di Pavia, una delle sue prime opere.

Nel frattempo dipinse le quattordici stazioni della Via Crucis e il Battesimo di Gesù per la chiesa di Sommo, tutte con la tecnica dell’olio su tela.

Dopo aver completato gli studi all’Accademia di Brera, il pittore chiese di tornare a frequentare la Civica Scuola di Pittura di Pavia e di poter partecipare al concorso Frank, ma la prima delle sue richieste venne respinta.

Il 13 febbraio 1896 Canevari sposò la concittadina Rosa Poltroneri, che viveva a Sommo, da cui ebbe due figlie, Elena e Carla.

Elena in seguito sposerà nel 1925 il dottor Virginio Bianchi, farmacista di Tromello, mentre Carla morirà per l’influenza spagnola il 19 settembre 1916.

Nel 1906 Biagio prese parte all’Esposizione di Milano per il valico del Sempione con i dipinti Ostinazione, Ardore Senile e Gravitazione.

Un anno dopo partecipò all’Esposizione Annuale di Firenze con Il Rosario e Pensiero e vi tornò nel 1908 con Vecchia che fa la calza.

Ormai noto per i suoi quadri con soggetti di vita contadina, nel 1909 Canevari presentò alcune opere nella Mostra collettiva di Pavia, a cura dell’Associazione Giornalistica Pavese, cui seguì, nel 1910, una mostra personale e nel 1913 la partecipazione all'Esposizione Nazionale Artistica di Pavia.

biagio canevari dorno 2Dopo la prima guerra mondiale, nel 1920 il pittore dipinse per il Santuario della Bozzola di Garlasco il famoso acquerello, dove la pastorella nella busslà prega la Madonna dipinta su un'edicola e riacquista la parola.

Sempre a Garlasco, Biagio lavorò a un grosso medaglione a conchiglia con il Sacro Cuore e Santa Margherita Alacoque che prega per la chiesa della Confraternita della SS. Trinità, oltre ai sei medaglioni della volta del presbiterio della Confraternita di San Rocco, che raffigurano San Mauro, San Biagio, Sant'Antonio Abate, Santa Lucia, Sant'Agata, Sant'Apollonia, oltre alle lunette del presbiterio, con Gesù con la samaritana al pozzo di Giacobbe e Il Buon Samaritano e al dipinto La Gloria di San Rocco al centro della volta, senza dimenticare le tre tele dell’organo.

Per ricordare il lavoro dell’artista di Dorno, il comune di Garlasco gli ha intitolato una via. 

Nel 1925 Canevari dipinse per la chiesa di San Rocco a Scaldasole due affreschi nel presbiterio, che raffigurano Sant'Antonio Abate e un frate domenicano.

Contemporaneamente la parrocchia di Gropello Cairoli chiese a Canevari di lavorare a un grande affresco di San Giorgio e il drago per l'altare maggiore dell’omonima chiesa, oltre che a una serie di tele decorative.

Ma il lavoro venne terminato nell'aprile del 1926 dal pittore di Garlasco Panzarasa, poichè Biagio Canevari morì nella sua casa di Dorno l’8 agosto 1925, a causa di un tumore allo stomaco.

Nel 1927 gran parte dei dipinti dell’artista lomellino venne presentata alla Mostra Provinciale di Belle Arti a Pavia, mentre nel 1937 altre sue opere furono esposte alla mostra delle Arti e Professioni a Pavia. 

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