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Amedeo Folz, lo stradellino aviatore

  • Paola Montonati

vittoriale biplano ansaldo svaIn un freddo giorno del febbraio 1936. Gabriele D’Annunzio, il poeta, il vate, simbolo del Novecento italiano, andò dalla sua Gardone verso Stradella, tra le colline dell'Oltrepò, verso una maestosa villa in viale Libertà.

A Stradella viveva Amedeo Folz, industriale milanese e stradellino di adozione, più giovane di D'Annunzio, pilota per passione, organizzatore di gare aeronautiche e di manifestazioni aviatorie, reduce dalla Campagna d’Eritrea, dove aveva guadagnato una medaglia d’argento al Valor Militare e il titolo di Cavaliere come industriale pilota civile.

L’incontro fu cordiale e ricco di ricordi per i due appassionati piloti d'aereo, che si erano conosciuti sul campo d’aviazione di Taliedo, il primo Aerocentro da Turismo di Milano, dove Amedeo Folz aveva il suo primo velivolo, un CF2 costruito, partendo da un progetto dell’Ingegner Cambilargiu,  alla Ditta Costruzioni Aeronautiche italiane di cui era azionista e collaudatore, poi sostituito da un Klem 100 di fabbricazione tedesca.

La passione per il volo aveva contagiato D’Annunzio durante la Prima Guerra Mondiale e il suo provocatorio volo su Vienna per lanciare i volantini sulla futura vittoria italiana, aveva cementato il suo mito come pilota e poeta ardimentoso e temerario.

Invece Amedeo Folz, oltre ad essere un audace pilota, era uno stimato organizzatore di manifestazioni aeronautiche, negli anni Trenta piuttosto rare.

Il 9 ottobre 1930 promosse, d’intesa con l’Aero Club di Stradella, il primo Aeroparty lombardo, con un tè e una serie di sessioni di volo presso il campo di Portalbera.

Nel giugno 1932 Folz prese parte con successo al primo Giro Aereo della Lombardia e sorvolò il campo di Portalbera dove era stato posto un controllo ufficiale e nel 1931 riuscì a portare a Portalbera una tappa del secondo Giro Aereo d’Italia, dove prese parte con un Klein L25, classificandosi al quarto posto.

Durante la seconda guerra mondiale Folz, richiamato alle armi, partecipò col grado di capitano degli stormi da caccia con base a Bari.

Alla fine della guerra il pilota collaborò con i partigiani nell'Oltrepò Pavese e riprese a volare con un aereo al Campo di Vergiate, vicino a Como, in collaborazione con il Generale Giovanni Pezzani, comandante dell’aeroporto di Linate.

Il coraggioso pilota mori nel 1972 e tra i suoi ricordi più cari resta la dedica di Gabriele D'Annunzio, il poeta Zingaro, al legionario d’Ali Folz.

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