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Ursus Gomma: piccola grande azienda vigevanese

  • Paola Montonati

Ci sono state alcune realtà imprenditoriali a Vigevano che hanno segnato la vita della città e che sembra impossibile che non ci siano più.

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Tutto cominciò il 24 marzo del 1931, quando tre importanti imprenditori vigevanesi, Pietro Bertolini, Pietro Magnoni e Rinaldo Masseroni, fondarono la Società Immobiliare San Giovanni della Paglia, che il 18 novembre di quello stesso anno divenne la Ursus Gomma società anonima manifattura prodotti gomma, con lo scopo di produrre calzature in gomma vulcanizzata e articoli tecnici in gomma.

Agli inizi del 1932, nel Calzaturificio Andrea Ghisio, situato tra Via San Giacomo e Via Madonna degli Angeli, la Ursus iniziò la sua attività produttiva con le allora ancora poco diffuse scarpe in tela e gomma note come tennis e le pantofole Licia, dalla suola di gomma vulcanizzata, oltre a partecipare alla seconda edizione della “Settimana Vigevanese”, la rassegna annuale dei prodotti pavesi e lomellini, tenutasi nell’ottobre di quello stesso anno. 
In poco tempo i dipendenti della Ursus quasi raddoppiarono, passando da 550 nel 1933 a 960 nel 1934 e lo stabilimento si ingrandì con una serie di nuovi capannoni costruiti secondo criteri all’avanguardia per quei tempi sia per l’impiego del cemento che per l’edilizia industriale.

A metà degli anni trenta l’impresa era già diventata una delle principali risorse della città di Vigevano, anche se nel 1935 Pietro Magnoni lasciò l’azienda e cedette le sue quote ai soci rimasti.
Durante il periodo autarchico la Ursus entrò nel settore delle resine sintetiche, scegliendo di cominciare la lavorazione del cloruro di polivinile o PVC.

La seconda guerra mondiale, vide l’impresa coinvolta nello sforzo bellico italiano con gran parte della produzione destinata alle esigenze militari.
Nel dopoguerra, la Ursus si lanciò in una serie di importazioni di gomma dai paesi esteri, che però avrebbero condotto l’azienda tra il 1954 e 1958 in una delle crisi più gravi della sua storia, da cui uscì solo grazie all’intervento della famiglia Puccini che nel 1958 prese il controllo dell’Azienda, dopo la morte, avvenuta un anno prima, di Rinaldo Masseroni, ultimo dei soci fondatori.
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Gli anni sessanta videro nuove iniziative imprenditoriali, come l’apertura di una filiale Ursus in Canada e la produzione di barche di gomma da utilizzare a scopo turistico.
Malgrado la situazione fino a quel momento fosse florida, dal 1970 la Ursus, per l’assenza di nuovi e adeguati mezzi finanziari, entrò progressivamente in crisi perdendo posizioni nei mercati interni e internazionali, al punto che nel 1974 il consiglio di amministrazione ipotecò pesantemente i macchinari e gli immobili di proprietà dell’azienda, ma tutto fu inutile e nel 1978 chiuse lo storico stabilimento di Via Santa Maria.

Con l’ultima vertenza sindacale nella storia dell’azienda, nel 1981, si aprì la fase conclusiva della storia della Ursus che, nel novembre 1982 arresterà l’attività produttiva, lasciando disoccupati 300 lavoratori e il 28 aprile 1987 il tribunale di Vigevano dichiarò il fallimento dell’azienda.
Questo mise la parola fine a una storia che aveva fatto conoscere Vigevano nel mondo e dato lavoro a centinaia di famiglie.

 

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