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Tracce di musica classica: Ottorino Respighi

  • Paola Montonati

ottorino respighiUn musicista che raccontò, con la sua arte, la natura e i monumenti di Roma…

 

La vita 

Ottorino Respighi nacque a Bologna il 9 luglio 1879 da una famiglia di musicisti, studiò pianoforte, violino e composizione al Liceo musicale di Bologna, dove fu allievo di Luigi Torchi e di Giuseppe Martucci, che gli trasmise la passione per le forme sinfoniche e cameristiche, sviluppate dai romantici tedeschi e in quel periodo poco trattate in Italia.

Conseguito il diploma di violino, Respighi viaggiò prima in Russia e in Germania, dove a Pietroburgo studiò con Rimskij-Korsakov, da cui apprese la tendenza al descrittivismo della musica russa e l’abilità nel trattamento dell'orchestra. 

Nel 1913 ottenne la cattedra di alta composizione al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, che tenne prima come professore e poi come direttore del Conservatorio, nel 1919 sposò Elsa Olivieri Sangiacomo, sua allieva nella classe di composizione del Liceo musicale di Santa Cecilia.

Respighi nel 1926 lasciò l'insegnamento per dedicarsi unicamente alla composizione musicale e alle tournée in Europa e in America come direttore ed esecutore delle sue composizioni.

Nel 1932, per i suoi meriti artistici fu nominato Accademico d'Italia.

Ottorino Respighi morì a Roma il 18 aprile 1936 ed è sepolto nel cimitero di Bologna, accanto alla tomba di Giosuè Carducci.

LE opere

 

Abbandonato il melodramma di opere come Marie Victorie (1911), Respighi si dedicò alla composizione di poemi sinfonici, come Le fontane di Roma (1916), I pini di Roma (1924), Vetrate di chiesa (1926), Trittico botticelliano (1927), Feste romane (1928) che, per la fantasia, eccezionali qualità tecniche e suggestiva orchestrazione, sono tra i migliori lavori del moderno sinfonismo italiano.

In Concerto gregoriano per violino e orchestra (1921), Concerto in modo misolidio per pianoforte e orchestra (1924), la suite Gli uccelli per piccola orchestra (1927), Antiche arie e danze per liuto, tre suite per orchestra d'archi (1917-1931) Respighi rivelò la sua esperienza di profondo conoscitore del canto gregoriano, di trascrittore e studioso di musiche di Claudio Monteverdi, Antonio Vivaldi e Benedetto Marcello, che tradusse in uno stile simbolo della tradizione italiana.

Nel frattempo si dedicò nuovamente al teatro musicale con la commedia Belfagor (1922), il dramma fantastico La campana sommersa (1927), l’insolita Maria Egiziaca (1932), La fiamma (1934) e l'incompiuta Lucrezia, dove un nuovo universo orchestrale si unisce, a volte, a strutture e forme tradizionali. 

La ritrovata via melodrammatica spinse Respighi, soprattutto nella Fiamma, una storia di magia e amore nella Ravenna dell’alto Medioevo, al recupero della struttura dell'opera a numeri chiusi, con arie, duetti, terzetti e lunghi finali d'atto, nonché all'accentuazione lirica dell'elemento vocale rispetto alla scrittura sinfonica, con scale e melodie orientali, che trovò la sua più efficace espressione nei grandi finali d'atto, nei versetti innodici dei chierici in quello del primo atto, come nei cori policromi del finale dell’ultimo atto.

Tra le composizioni del musicista, ci sono anche sette balletti, tra i quali La boutique fantasque, su musiche di Rossini (1919), Belkis regina di Saba (1932), Gli uccelli dall'omonima suite (1933), Le jeune homme et la mort, su musica di Bach (1946).

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