Tracce di musica classica: Ildebrando Pizzetti
Uno dei compositori più interessanti del Novecento italiano, sempre attento al mondo della musica europea…
i primi anni
Ildebrando Pizzetti nacque a Parma il 20 settembre 1880, primogenito di Odoardo, insegnante di pianoforte e maestro di coro, e Teresa Fava.
Tra il 1891 e il 1895 frequentò il ginnasio classico Lazzaro Spallanzani di Reggio Emilia, dove cominciò a interessarsi al teatro, scrivendo numerosi testi per le rappresentazioni della scuola.
Nel 1896 venne ammesso al conservatorio di Parma, dove studiò sotto la guida di Telesforo Righi e Giovanni Tebaldini, che gli trasmisero l'interesse per la musica italiana antica, specialmente per la polifonia rinascimentale e il canto gregoriano, oltre ad autori come Palestrina e Claudio Monteverdi, interessi che Pizzetti poi coltivò in numerosi scritti.
Il compositore nel 1901 si diplomò, poi lavorò come maestro sostituto al teatro Regio di Parma (1901-03) e compose le prime opere teatrali, rimaste per lo più incomplete, mentre nel 1905 sposò Maria Stradivari, da cui ebbe due figli, Maria Teresa e Bruno.
l'incontro con d'annunzio
Nel novembre 1905 vinse il concorso bandito dalla rivista Tirso per le musiche di scena della tragedia La nave di Gabriele D’Annunzio, rappresentata nel novembre 1907, sulla storia della fondazione di Venezia.
L’evento vide l'inizio dell'amicizia tra il vate e Pizzetti, che rimase molto colpito dalla poetica dannunziana, al punto di esserne influenzato in tutta la sua produzione musicale.
Pizzetti col suo lavoro si collocò su un percorso simile a quello di Ottorino Respighi, Alfredo Casella e Gian Francesco Malipiero, che volevano rinnovare la musica italiana e riportarla in una prospettiva europea e, poiché erano nati intorno al 1880, furono ribattezzati Generazione dell'80. Sotto l'influsso di D'Annunzio, che gli diede il soprannome di Ildebrando da Parma, Pizzetti scrisse numerose opere strumentali, liriche per canto e pianoforte e musiche di scena che mostrano il recupero della musica antica orchestrata in stile moderno, con una forte predilezione per soggetti romantici.
Questi elementi sono riassunti nel primo vero successo del compositore, l'opera Fedra, su testo di Gabriele D'Annunzio, dall’omonima tragedia del poeta, rappresentata alla Scala di Milano il 10 marzo 1915, con una vocalità drammatica, legata a un declamato severo, capace di potenziare i sensi della parola tramite il recupero della polifonia rinascimentale e del canto gregoriano, con un coro con funzione sia dialogica, sia di riflessione e di commento collettivo, che si contrappone quindi in un conflitto tra istinti terreni e aspirazioni spirituali.
Nel 1908 Pizzetti venne nominato professore di armonia e contrappunto al Conservatorio di Firenze, di cui fu anche il direttore dal 1917 al 1923.
A Firenze collaborò a diversi giornali e periodici, tra cui La Tempra e a La Voce, dove conobbe molti esponenti dell'arte e della cultura italiane come Prezzolini, Soffici e De Robertis, e compose Debora e Jaele (1922), considerata il suo capolavoro, cui compaiono squarci lirici di notevole intensità nella storia, basata sulla Bibbia, che coinvolge la profetessa Debora, la giovane Jaele e Sisara, comandante nemico di Israele che s’innamora di Jaele.
Nel 1913 Giovanni Pastrone incaricò Pizzetti di comporre le musiche del primo kolossal della storia del cinema, Cabiria, e il compositore lavorò alla Sinfonia del Fuoco, lasciando gran parte del lavoro a Manlio Mazza.
gli ultimi anni
Pizzetti nel 1924 divenne direttore del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, mentre nel 1936 fu nominato docente del corso di alto perfezionamento in composizione presso l'Accademia nazionale di Santa Cecilia in Roma e fra i suoi allievi ci furono i compositori Giulia Recli, Mario Castelnuovo-Tedesco, Virgilio Mortari, Guido Farina, Gianandrea Gavazzeni, Nello Segurini, Nino Rota e Franco Donatoni.
A Milano nel gennaio 1925 il compositore sposò Irene Campiglio, da cui ebbe il terzogenito, Ippolito, diventato poi uno stimato progettista di giardini.
Nel periodo romano Pizzetti scrisse varie opere, come Fra Gherardo, sulla crisi di un predicatore nella Parma del Trecento, Lo straniero, dramma ambientato nella Siria dei patriarchi, Orseolo, storia della fine di Venezia dal punto di vista di una nobile famiglia, L'oro, vicenda sull’avidità umana, e Vanna Lupa, su un conflitto tra madre e figlio nella Firenze medievale, che presentano numerosi segni di crisi e di mancanza d’ispirazione.
In questo periodo il compositore lavorò alle colonne sonore per i film Scipione l’Africano (1937), I promessi sposi (1941) e Il mulino del Po (1949).
Terminata la guerra, Pizzetti produsse alcune opere per la radio come Ifigenia (1950) e Cagliostro (1952) e nel 1954 musicò La figlia di Iorio di Gabriele D'Annunzio, poi in Assassinio nella cattedrale (1958) dal dramma omonimo del premio Nobel T. S. Eliot, accentua il carattere di sacra rappresentazione e la poetica del compositore s’incarna nel protagonista, il vescovo di Canterbury, poi santo, Tommaso Becket, in un'atmosfera ricca di simbolismo e misticismo religioso.
Il dramma Clitennestra (1964) fu l’ultima opera del compositore, che morì a Roma il 13 febbraio 1968.