Tracce di musica classica: Franco Vittadini
Un musicista che fece parte della storia pavese del Novecento…
Franco Vittadini nacque a Pavia il 9 aprile 1884, da ragazzo fu allievo di Ettore Pozzoli e Galdino Passera al collegio San Francesco di Lodi, venne poi ammesso nel 1903 al conservatorio di Milano a frequentare i corsi di composizione e di direzione d’orchestra d'illustri professori come Vincenzo Ferroni, Giuseppe Gallignani, Amintore Galli e Carlo Andreoli.
Lasciato prematuramente il conservatorio a causa di dissapori con il direttore Gallignani, per un breve periodo divenne il maestro di cappella alla Prepositurale di Varese quindi tornò a Pavia dove, nel 1922, entrò a far parte della Commissione di Ispezione del Civico istituto musicale e dal 1924 ne divenne direttore.
Sotto la sua direzione la scuola arrivò ad avere 221 iscritti, nonostante una battuta d’arresto relativa alla seconda guerra mondiale, e attivò i corsi di composizione, pianoforte, violino, violoncello, teoria e solfeggio, con due classi, contrabbasso, tromba, clarinetto, flauto, storia della musica, armonia complementare e pianoforte complementare.
Vittadini nel 1937 ricevette un riconoscimento ufficiale dalla Regia accademia d'Italia per l'attività didattica svolta.
Nel 1921 aveva fatto il suo esordio sulle scene della musica dell’epoca con la commedia lirica Anima allegra che aveva ottenuto un grandissimo successo e lo aveva imposto come musicista dall’ottimo stile, abile padrone della materia, ma sempre dotato di un garbato senso del burlesco, di schietta musicalità del periodo postverista.
A questo lavoro erano seguite non solo altre opere teatrali, come La Sagredo, presentata a Milano, al Teatro alla Scala, nel 1930 e Caracciolo a Roma, presso il Teatro reale dell’Opera nel 1938, ma anche pagine di musica sacra, come Nazareth a Pavia, presso il Teatro Fraschini nel 1925 e Il natale di Gesù a Bari, al Petruzzelli, nel 1933, e soprattutto balletti, genere che lo impose come degno erede delle grandi fortune coreografiche di nomi come Romualdo Marenco e Luigi Manzotti.
Il debutto nel mondo del balletto avvenne nel 1928 al Teatro alla Scala di Milano con Vecchia Milano, su libretto di Giuseppe Adami, che ricevette consensi entusiastici, e la stessa sorte toccò ai successivi quattro balletti, La dama galante a Venezia, presso l’Excelsior, nel 1929, Fiordisole, a Milano, presso il Teatro alla Scala, nel 1931, Tutù sotto il ciliegio, sempre alla Scala, nel 1942 e La Taglioni a Milano, presso il Teatro Lirico, nel 1945. che lo consacrarono come il re del ballo all’italiana, in contrapposizione alla moda del Balletti Russi approdati in Italia nel 1927.
Nel ricco catalogo compositivo di Vittadini trovarono posto anche brani sinfonici per grande e piccola orchestra, come Armonie della notte del 1925; Scene musicali del 1926; Scherzo del 1931, L’ora vespertina del 1935, Poemetto romantico del 1938 e Quadretti francescani, del 1939.
Ci furono anche brani cameristici per vari organici, e sacri, come diciassette messe tra cui la Messa di San Siro del 1909, mottetti, due oratori e l’Agonia del redentore, oltre a musica da film, tra cui Idilliaca; Esotica; Settecentesca; Marcia eroica; Angoscioso; Uragano; Campagnola; Grottesca; Mattinata; Mistica, Pastorale e Plenilunio.
Alla morte del grande compositore, avvenuta a Pavia il 30 novembre 1948, rimasero tre lavori non ancora rappresentati: Il mare di Tiberiade, Sirenetta e Fiammetta e l’avaro, che ancora oggi attendono un’adeguata considerazione.
Oggi alla memoria di Franco Vittadini è intitolato, dal 1949, l'Istituto superiore di Studi musicali di Pavia, per cui fece cosi tanto.