Raccontare la Pasqua: le origini ebree
Pesach zeman charutenu è la frase che per gli ebrei significa Pasqua, tempo della nostra liberazione, cioè quella del popolo ebraico dall’Egitto dopo secoli di schiavitù e il viaggio verso la Terra Promessa.
La Pasqua ebraica cade il 15 del mese di Nisan, che coincide con l’inizio della mietitura e della primavera e dura 8 giorni, dei quali i primi due e gli ultimi due sono feste solenni.
Il giorno che precede l’inizio della Pasqua è quello della Festa dei Primogeniti, che ricorda i primogeniti ebrei risparmiati durante l’ultima piaga inflitta all’Egitto.
Infatti Pasqua per gli ebrei è Pesach che significa Passare Oltre, ciò che fece Dio durante la notte in cui inflisse la piaga al popolo egiziano risparmiando i bambini del suo popolo.
Nei giorni successivi alla notte tra il 14 e il 15 di Nisan c’è la Festa dei Pani non lievitati, che ricorda il modo in cui si otteneva la fermentazione di una nuova farina dalle focacce non fatte lievitare.
A ciò segue il Seder, un pasto commemorativo che avviene nelle prime due sere di festa e che simboleggia la redenzione del popolo ebraico.
In ebraico Seder è l’Ordine, così durante queste due cene è seguito un ordine rituale di gesti, preghiere e pietanze legati alla fuga dall’Egitto e la liberazione del popolo ebraico.
Nella simbologia della festa il piatto utilizzato durante il Seder è decorato con erbe amare, che simboleggiano l’amarezza della schiavitù, un uovo, simbolo della vita che rinasce, un pezzo d’agnello, il cui sangue salvò i primogeniti, una ciotolina contenente la charoset, un dolce che ricorda la malta utilizzata dagli ebrei per le costruzioni dei mattoni delle case egiziane e un pezzo di pane azzimo.
Poi durante la cena è sistemata sul tavolo la Coppa di Elia, il cui posto è lasciato libero nel caso in cui il profeta arrivi per accompagnare il popolo cristiano verso il Messia.
Durante tutto il periodo della Pasqua non bisogna mangiare ogni pietanza che contenga il lievito, in ricordo dei pani consumati dal popolo ebraico durante la fuga dall’Egitto, quando non ebbero tempo per farli lievitare.
Così l’unico pane disponibile nel periodo pasquale è il pane azzimo, cioè il non lievitato e nello stesso periodo sono preparati i matzot, pietanze che non contengono lievito.
Le differenze con la Pasqua cristiana sono numerose, poiché per gli ebrei, il Messia non è ancora arrivato, mentre i cristiani ne celebrano la resurrezione.
Anche il calcolo del periodo della Pasqua è diverso, gli israeliani fanno riferimento al calendario ebraico, mentre i cristiani a quello ecclesiastico, la Pasqua ebraica cade sempre in un periodo compreso tra il 26 marzo e il 25 aprile, mentre quella cristiana tra il 22 marzo e il 25 aprile. Inoltre, mentre la Pasqua cristiana cade di domenica, la Pasqua ebraica soltanto di lunedì, martedì, giovedì e sabato e mai di domenica, considerata giorno vietato.