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Quirino Cristiani: l’animazione nasce a Pavia

  • Paola Montonati

 

Molti ritengono che Walt Disney sia il padre dell’animazione moderna, ma oggi molti non si ricordano di quegli animatori che agli inizi del Novecento hanno fatto compiere i primi passi al magico mondo dei cartoni animati

 

 

Questa è la storia di Quirino Cristiani, che dalla provincia di Pavia ha dato un sorriso all’animazione argentina nei primi anni del Novecento.

 

Quirino nacque a Santa Giulietta, un piccolo paese in provincia di Pavia, il 2 giugno 1896.

All’età di quattro anni la sua vita subì un cambiamento radicale; infatti suo padre, che lavorava come messo comunale, perse il lavoro e decise di emigrare con la famiglia in Argentina, nella speranza di trovare un futuro che gli avrebbe concesso di mantenere se stesso e i suoi cari.

 

Così il piccolo Quirino arrivò a Buenos Aires, che allora era già un centro commerciale e industriale nel pieno del boom economico, pieno di promesse per i molti immigrati italiani di allora.

Forte della sua passione giovanile per il disegno, Cristiani si iscrisse all’accademia delle belle arti, dove sviluppò il suo umorismo sagace e picaresco.

 

Ben presto iniziò a lavorare per Federico Valle, un regista italiano anche lui immigrato in Argentina, collaboratore dei fratelli Lumière, noto per aver ideato il primo cinegiornale, che stava cercando un disegnatore di vignette satiriche.

Sotto la sua ala protettiva Quirino cominciò la sua luminosa carriera di vignettista e disegnatore di cartoni animati.

Nel 1916 realizzò la sua prima pellicola, La intervencion, che era il resoconto della visita nella capitale argentina del presidente Irigoyen.

Il consenso del pubblico fu enorme,  e grazie a questo Cristiani si mise subito all’opera per creare quello che sarebbe rimasta la sua opera più famosa, El Apostol, considerato il primo lungometraggio animato della storia del cinema.

La vicenda consiste in una pungente satira del presidente Irigoyen, che, novello Giove, scaglia i suoi fulmini sulla corrotta Buenos Aires.

 

Con la Prima Guerra Mondiale per Cristiani cominciarono i problemi; la sua nuova opera, che era una satira sul conflitto e sulla situazione interna attuale, fu confiscata e distrutta dagli Affari Interni.

Fortunatamente il disegnatore non finì in prigione ma perse quasi tutti i suoi soldi, e per mantenere la moglie e i due figli piccoli cominciò a svolgere i mestieri più umili, come il disegnatore di innocue vignette satiriche e il proiezionista ambulante a pagamento di pellicole come i corti di Chaplin e alcune pubblicità da lui stesso disegnate, trovando il calore e l’affetto del suo pubblico che non lo abbandonò mai.

 

Nel 1925 realizza Peludopolis, il suo primo lavoro col sonoro, che ancora una volta è una satira spietata del presidente Irigoyen e del suo partito.

 

Inoltre Cristiani lavorò ad una serie di cortometraggi, tra cui quello relativo alla Mono Relojelo (scimmietta orologiaio) che combina disastri in una elegante gioielleria.

Nel 1941 il disegnatore incontra Disney, impegnato nella promozione in Argentina del suo film Fantasia, che impressionato dal suo lavoro gli offrì di lavorare per i suoi studi, ma Cristiani, pur ammirando il  lavoro del collega americano, rifiutò l’offerta per non lasciare quella che ormai considerava la sua seconda patria.

Purtroppo però due incendi, nel 1957 e nel 1962, distrussero buona parte del lavoro di Cristiani, privandoci così del lavoro di uno dei primi disegnatori di animazione italiani.

 

Cristiani morì il 2 agosto 1984, e soltanto dopo la sua morte l’Argentina inizierà a rivalutare la sua opera, fino a considerarlo oggi una della personalità più importanti della nazione.

Paola Montonati

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