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Pavia Lo sport sotto il fascismo

  • Paola Montonati

Nella vita e nel costume italiani durante il periodo fascista e nell’ambito della politica perseguita dal regime, lo sport ebbe un’importanza tutt’altro che trascurabile, dato che era ricco d’implicazioni morali, sociali e politiche e poteva essere utilizzato come strumento per aumentare il consenso tra le masse.

Da questa consapevolezza scaturì l’impegno posto dal regime di ricondurre lo sport in tutte le sue manifestazioni sotto la propria diretta gestione.

Per realizzare il proposito di trasformare lo sport in un fenomeno di massa si dovette mettere mano anche a una gigantesca opera di rinnovamento e di estensione delle attrezzature sportive che versavano in uno stato di estrema arretratezza.

Fu così che nel 1927 venne presentato un progetto nazionale che prevedeva di dotare ogni comune di un campo sportivo, che dovevano contenere una pista e le pedane per le gare di atletica leggera e un’area per le partite di calcio.

sport pavia 1A Pavia sono due i luoghi che hanno uno stretto legame con il mondo dello sport sotto il fascismo.

Tiro a segno

Nel 1925 fu firmato il nuovo ordinamento dell’esercito, con cui si affidava alla milizia l’istruzione pre-militare, e di conseguenza anche la direzione del Tiro a segno e l’organizzazione dell’educazione fisica nazionale diventavano di pertinenza della milizia nazionale.

Il vecchio Tiro a segno, addossato ai bastioni di porta Garibaldi, non rispondeva ai requisiti richiesti; si decise così di demolirlo anche per liberare una vasta zona della città che sarebbe servita per nuovi insediamenti.

La zona prescelta per il nuovo Tiro a segno fu l’area di San Giuseppe sulla sponda sinistra del Naviglio Pavese, dove si facevano le corse al trotto e le gare dei cani da caccia.

I lavori iniziarono nel giugno del 1927 e la struttura fu inaugurata nel novembre dello stesso anno.

Il tiro a segno ha un’elegante facciata in stile liberty, formata da un corpo longitudinale a un piano, scandito al centro e all’estremità da blocchi emergenti in altezza, mentre l’ingresso è inquadrato da due pilastri e sormontato dal profilo di un arco al centro del quale è posto un rilievo raffigurante un’aquila.

I pilastri e gli architravi, che seguono i tre blocchi, sono ornati da rilievi geometrici così come le cornici delle finestre e dal cancello in ferro battuto, ingentilito da roselline, si accede al porticato con colonne su cui si affacciano vari locali.

L’originale fabbricato vedeva dodici locali per le varie attività e servizi necessari, mentre la struttura vera e propria comprendeva una tettoia per tiratori, nove quinte intermedie e otto laterali, un diaframma per schermare tutta la larghezza del poligono, un terrapieno fermapalle.

Vicino al campo di tiro per fucili venne costruito il tiro alla pistola con bersagli a 20, 30 e 50 metri con le relative nicchie per i segnalatori che, stando seduti, potevano vedere il bersaglio segnalando in tutta sicurezza il punto fatto.

Campo sportivo comunale

sport pavia 2La necessità della costruzione di un’infrastruttura polisportiva, problema molto dibattuto a Pavia negli anni Venti, portò alla fine alla scelta della zona, dove edificare l’impianto, cioè quella a valle del ponte della ferrovia, posta sulla riva sinistra del fiume.

Persino l’esiguità di fondi messi a disposizione dal Comune provocò molte polemiche e alla fine venne deciso di limitare la costruzione agli elementi essenziali, rimandando l’attuazione di alcuni edifici e dei campi da tennis a dopo.

Dopo vari ripensamenti l’amministrazione comunale decise di sfruttare la struttura del Velodromo situato tra l’attuale via Bianchi e piazzale San Giuseppe.

Dopo altre sollecitazioni dell’opinione pubblica, venne deciso di affiancare al campo di calcio una serie di spazi per altre attività sportive utilizzando l’area comunale confinante con il Tiro a segno nella frazione San Giuseppe, tra la Cascina Nuova e il Naviglio Pavese.

Nel marzo 1929 vennero avviati i lavori e in sette mesi l’opera fu realizzata, affidando la sua gestione con contratto triennale alla Società Sportiva Pavia.

Lo spazio recintato è di gran lunga superiore al campo di gioco allo scopo di accogliere altre strutture, come la pista podistica e ciclistica, campi da tennis, campo corsa a ostacoli della lunghezza di 115 m, piscina con castello per i tuffi.

Il nuovo campo in origine poteva contare solo su due tribune in cemento armato, di cui una coperta con pensilina a sbalzo e l’altra popolare della capacità complessiva di 1600 posti.

La parte edificata ha un blocco rettangolare che si appoggia alle tribune, affiancato da due porzioni emergenti, mentre il paramento murario vede alcune leggere cornici che inquadrano le finestre e scandiscono la superficie.

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