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Monopoli, storia di un gioco leggendario

  • Paola Montonati

istock 517416236Nella giornata mondiale del gioco, la storia del simbolo del gioco da tavolo per eccellenza…

Monopoli, considerato il gioco da tavolo perfetto, ha una storia lunga, che vide coinvolte ben due famiglie americane.

Tutto ebbe inizio nel 1903, quando Elizabeth Magie, seguace dell’economista Henry George, creò il gioco da tavolo The Landlord’s Game, che era uno strumento didattico per insegnare la teoria dell’imposta unica.

Il gioco si snodava su una plancia composta di quaranta caselle disposte a formare un quadrato di dieci caselle per lato, le quattro caselle d’angolo identificavano il punto di partenza, dove si otteneva del denaro, la prigione, il Parco Pubblico, e la casella Vai in Prigione.

Al centro di ogni lato c’era una casella che indica una ferrovia, mentre le restanti caselle rappresentavano delle proprietà da acquistare o tasse/multe da pagare.

Il gioco di Magie fu prodotto per la prima volta nel 1906 e divenne abbastanza popolare soprattutto nel nord-est degli Stati Uniti, subendo una leggera evoluzione, dato che i giocatori iniziarono a personalizzare le proprietà, attribuendovi i nomi delle vie delle città dove vivevano.

Nel 1921 la Magie introdusse alcune modifiche ispirate alle regole casalinghe, ideando due diversi regolamenti, uno più simile all’originale, l’altro influenzato dalle modifiche.

Fu nel 1934 che Charles Todd introdusse il suo amico Charles Darrow alle regole del gioco.

Darrow cosi elaborò alcune modifiche al gioco, come una sua versione della plancia,  e decise di chiamare il gioco Monopoli.

Il gioco fu poi acquisito dalla Parker Bros, che sapeva dell’esistenza degli altri giochi basati su quelli di Magie e, per proteggere i propri copyright, ne acquisì i diritti.

Tutta la vicenda rimase nascosta fino a quando Ralph Anspach, amante del Monopoli, realizzò il gioco Anti-Monopoli, per poi essere accusato dalla Parker di violazione dei suoi diritti sul gioco. La causa si trascinò per anni, fino a quando Anspach, scoperta la vera storia del gioco, ottenne una sentenza favorevole da parte della Corte suprema degli Stati Uniti, che stabilì che Monopoli non era un’invenzione originale di Charles Darrow.

In Italia Monopoli fu venduto a partire dal 1935 dalla Editrice Giochi, fondata da Emilio Ceretti con un gruppo di amici, all’inizio intenzionata a proporre il gioco nella sua veste originale dopo che la Mondadori vi rinunciò, ma il fascismo imposta di italianizzare il marchio, mantenendo però la pronuncia all’inglese.

I nomi delle vie del gioco erano quelli della Milano dell’epoca, tranne Vicolo Corto e Vicolo Stretto, ma dopo la caduta di Mussolini alcuni nomi, come Via del Fascio, furono sostituiti con altri più neutri, come viale Gran Sasso, viale Monte Rosa, piazza Vesuvio, via o piazza Accademia, via Verdi, via Raffaello Sanzio, via Dante, corso Vittorio Emanuele, via Marco Polo, via Magellano, corso Cristoforo Colombo, Stazione Ferrovie Nord, piazza Costantino, viale Traiano, piazzale Giulio Cesare, corso Littorio, largo Augusto e via dei Giardini.

Nell’Urss Monopoli fu vietato per via del suo carattere capitalistico e solo dopo la fine dell’Unione Sovietica fu creata una versione del gioco in cirillico.

Cuba ancora oggi Monopoli viene considerato dalle autorità troppo vicino alle idee del capitalismo, ed è vietato fin dagli anni del governo di Fidel Castro.

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