La mano del destino e il diavolo
Echi di predestinazione e di patti con il diavolo si mescolano in questa romantica leggenda, ambientata nella Pavia medievale durante la costruzione del Ponte Coperto.
Tanto tempo fa, nel piccolo paese ligure di Pornassio, viveva un umile contadino che allevava da solo ìl suo unico figlio, poiché la moglie era morta di parto.
Un giorno, ansioso di sapere il futuro della sua famiglia, il ragazzo si recò da una strega che gli disse che avrebbe ucciso il suo stesso padre.
Sconvolto dalla rivelazione, il ragazzo fuggì di casa, malgrado le preghiere del padre, e si diresse verso Pavia, dove sperava di sfuggire al suo terribile destino.
Arrivato nella città lombarda, in poco tempo il giovane divenne uno degli uomini più ricchi di Pavia e sposò la sorella del re, di cui era diventato amico.
Nel frattempo il padre, disperato, aveva abbandonato il paese e per anni cercò notizie del figlio in ogni borgo o città dove si fermava per riposare.
Un giorno finalmente l’uomo arrivò a Pavia e lì incontrò una donna che gli disse tutto su suo figlio e gli indicò dove viveva.
Felice della scoperta, il vecchio entrò in casa e disse alla nuora chi era e da dove veniva ma, essendo molto stanco, chiese di poter riposare nel letto matrimoniale.
Intanto il figlio, che stava tornando a casa dopo una giornata di duro lavoro, incontrò la stessa donna che aveva dato informazioni al padre e che in realtà era una strega.
Da lei il ragazzo apprese che sua moglie aveva un amante e che in quel momento quell’uomo stava dormendo in casa sua e nel suo letto.
Accecato dall’ira , il giovane piombò nella camera da letto e con un colpo di spada uccise colui che credeva fosse l’amante della moglie.
Ma subito dopo il ragazzo riconobbe il padre nei lineamenti dello sconosciuto che aveva appena ucciso e cadde nella più profonda disperazione.
Il parricida venne subito catturato e condotto davanti al re in persona, che però gli propose la grazia in cambio di una singolare proposta.
Infatti in quello stesso periodo la costruzione del Ponte Coperto, che doveva unire Pavia al resto della Lombardia, era continuamente interrotta da una serie di strani incidenti che erano ritenuti opera del diavolo.
Il ragazzo, pur di sottarsi alla condanna a morte, accettò di portare a termine i lavori e in poco tempo, aiutato dai muratori locali, era a buon punto nella costruzione del Ponte.
Ma una sera, mentre tutti erano andati a dormire, il giovane vide che sul ponte era comparso il diavolo e avvicinandosi gli chiese:
“Perché stai distruggendo questo ponte che è costato cosi tanta fatica?”
A quelle parole il diavolo non disse nulla ma disse al ragazzo:
“Se mi prometti che mi darai la prima anima che passerà sopra questo ponte, io ti aiuterò a completarlo in una sola notte”
Il giovane acconsenti e, quella stessa notte, il diavolo con i suoi sottoposti completò la costruzione del ponte.
La notte successiva il diavolo rimase in attesa aspettando l’anima che gli era stata promessa.
Ma il giovane, con l’aiuto della moglie, si era preparato e quando arrivo sul ponte era accompagnato da un cagnolino, poi disse al diavolo.
“Prendi, questa è la prima anima che passa sopra questo ponte!”
Furibondo al pensiero di essere stato giocato, il diavolo afferrò il cagnolino per il didietro e lo scaraventò contro il parapetto del ponte, creando un foro perfettamente tondo.
E fino al 1944, quando il vecchio Ponte Coperto fu demolito dai bombardamenti tedeschi, quel buco era ancora li e nessuno era riuscito a chiuderlo.